Chi non ha seguito in TV o allo stadio l’incontro della Unipol Domus tra Cagliari e Napoli, leggendo il punteggio finale potrebbe pensare a una partita dominata dal primo all’ultimo minuto, in lungo e in largo dalla squadra di Conte.
Le cose però non sono andate esattamente così, perché nonostante il pesante, pesantissimo passivo (0-4) c’è una partita del Cagliari da raccontare. I rossoblù sbattono infatti su Meret in giornata di grazia più e più volte. Azzi ci prova con una gran botta dalla distanza ma si
vede deviare il pallone in corner, Piccoli di testa nel finale del primo tempo trova sulla sua strada una fantastica risposta del portiere napoletano. In avvio di ripresa l’estremo difensore azzurro si esalta prima su Luperto (sulla respinta Luvumbo calcia a lato) e poi su
Marin, deviando la conclusione del rumeno sulla traversa.
Nonostante il gol dello svantaggio subito poco prima della metà del primo tempo da parte di Di Lorenzo (deviazione decisiva di Mina) e la super occasione di Lukaku che mastica il pallone (provvidenziale Luperto) a pochi metri dalla porta, il Cagliari rimane in partita per
circa 65’.
Però la differenza, a un certo punto della gara, la fanno i campioni e i fuoriclasse. Ed ecco, forse inesorabile, il micidiale uno-due firmato Kvaratskhelia e Lukaku che, di fatto, decide il match. Prima il georgiano, su assist del belga, sfugge a Zappa e Luperto e trafigge Scuffet in uscita. Significativa l’esultanza di Conte e di tutto il gruppo azzurro che sente di aver quasi chiuso il match dopo aver sofferto la pressione cagliaritana. Dopo 5’ è ancora il Napoli ad andare in gol dopo una disattenzione (eufemismo!) del portiere del Cagliari che intendeva servire un compagno ma appoggia involontariamente la sfera verso Kvara, il quale mette una palla al centro e dopo il velo di Politano consente a Big Rom di andare a rete. Nel recupero è Buongiorno, di testa, a siglare il poker che punisce con troppa severità il Cagliari. Al fischio finale si è avuta la sensazione che un buon Napoli, pur non andando a mille all’ora, sia stato capace si capitalizzare ogni singolo errore degli uomini di Nicola; viceversa, il Cagliari è stato sfortunato prima nella deviazione di Mina che ha portato al
vantaggio partenopeo e poi nel trovare sulla sua strada un super Meret.
C’è ancora tanto, tanto da fare, ma la prestazione del Cagliari non è da mettere nel dimenticatoio. In particolare, c’è da lavorare sull’incisività e sull’efficacia sotto porta: Piccoli è sembrato poco cattivo, Luvumbo è spesso confusionario e Gaetano è ancora fuori
condizione. Occorre poi capire se il 3-4-2-1 proposto contro il Napoli garantisce una sufficiente densità a centrocampo o se togliere un giocatore in mediana per avere più presenza sulla trequarti espone la squadra a rischi troppo elevati quando si hanno di fronte squadre di alto livello. C’è poi da recuperare mentalmente Scuffet, che in più di un’occasione in questo avvio di stagione è sembrato incerto e ha di fatto servito il terzo gol al Napoli su un piatto d’argento. Di sicuro il piatto del Cagliari piange, ma due soli punti in quattro gare (di cui tre in casa) non devono gettare nello sconforto l’ambiente pur rappresentando un piccolo campanello d’allarme. Venerdì, ancora alla Domus (e saranno quattro gare su cinque!), arriverà l’Empoli e non si potrà sbagliare.
Chi continua a sbagliare sono alcuni tifosi sugli spalti. Ma preferiamo parlare di calcio, non dedicando molte parole a chi, con il calcio, ha poco a che fare. A buon intenditor poche parole…