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    Chiesto l’intervento della procura per il mancato blocco dei lavori in cui stanno nascendo i nuovi parchi eolici dell’Isola

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    Presentato in procura un esposto sulla mancata attuazione della legge regionale 5 quella, per intenderci che bloccherebbe tutti gli impianti di eolico e agri voltaico. Ha parlato con noi l’avvocato Michele Zuddas che ha presentato l’esposto alla procura di Cagliari.

    ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

    PRESSO IL TRIBUNALE DI CAGLIARI

    La sottoscritta……. portatore di interessi diffusi in materia di rispetto per la natura e per la vita in tutte le sue differenti forme ed espressioni, rispetto del diritto di tutti i popoli di attivarsi per la tutela e la difesa della natura, dell’ambiente, della fauna e della flora, del paesaggio e dell’archeologia, delle risorse, della storia, dei beni e delle tradizioni culturali del popolo sardo, tutelare e difesa del territorio dall’invasione eolica e fotovoltaica, dalla speculazione energetica, dallo scempio ambientale e dallo sfruttamento predatorio delle risorse e del patrimonio naturale, paesaggistico, archeologico, storico e culturale della Sardegna e del popolo sardo, con particolare attenzione al territorio gallurese

    PREMESSA

    1. In data 03.07.2024, è stata pubblicata nel BURAS la Legge Regionale n.5 del 2024;
    2. Detta Legge intitolata “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali” disciplina la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici nel territorio sardo disponendone la sospensione per una durata di 18 mesi;
    3. In particolare, la Legge regionale si pone come obbiettivo quello di “scongiurare l’irreversibilità degli impatti sul territorio regionale derivanti dalle attività di realizzazione, installazione o avviamento di impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili in assenza di un aggiornamento e completamento della programmazione strategica regionale per lo sviluppo sostenibile e della pianificazione paesaggistica, urbanistica ed energetica regionale.”
    4. Per questo motivo, individuando e specificandone le aree, stabilisce che “Nelle more dell’approvazione della legge regionale di individuazione delle aree idonee ai sensi dell’articolo 20, comma 4, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 (Attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 1° dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili), nonché dell’approvazione del PRS, dell’aggiornamento della strategia per lo sviluppo sostenibile e inoltre dell’aggiornamento, adeguamento e completamento del Piano paesaggistico regionale, e comunque per un periodo non superiore a diciotto mesi dall’entrata in vigore della presente legge, i seguenti ambiti territoriali sono sottoposti a misure di salvaguardia comportanti il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili”.
    5. La norma, più volte citata, utilizza per delimitare l’ambito del divieto, il termine “realizzare”. Ebbene, tale termine presuppone che il progetto, non solo abbia ottenuto la prescritta autorizzazione, ma che l’azienda proponente (Das Villacidro Srl) abbia altresì adempiuto all’invio dell’atto propedeutico all’avvio della realizzazione concreta del progetto, ovvero della comunicazione/dichiarazione di inizio lavori. In caso contrario, la realizzazione sarebbe “ipso facto” viziata dalla mancata comunicazione/dichiarazione di inizio lavori. E’ evidente, quindi, che la norma si applica solo ai progetti per cui si possa dare avvio, e sia stato dato avvio, alla legittima esecuzione. Infatti, solo in questo caso gli ambiti territoriali sarebbero esposti al danno che la legge si prefigura di evitare. Non solo, infatti, la Legge disciplina, in modo preciso e specifico, ogni singola deroga al divieto generale, e tra queste non si rinviene alcuna deroga ai progetti autorizzati per cui si sia dato avvio ai lavori.
    6. Per completezza, qualora l’interpretazione della norma fin qui esposta non fosse sufficientemente chiara, giova rilevare che laddove la norma si pone quale obbiettivo quello di evitare impatti irreversibili sul territorio derivanti dall’avviamento di impianti di produzione e accumulo, è evidente che si riferisca ad impianti già realizzati e pronti all’avviamento. Pertanto, dovrebbe esser chiaro che l’ambito di applicazione della norma debba considerarsi esteso non solo agli impianti già realizzanti ma financo a quelli realizzati ma il cui avviamento possa pregiudicare in maniera irreversibile il territorio. Laddove, per territorio deve intendersi non solo il fondo sui cui sorge l’impianto eolico/fotovoltaico o l’impianto di accumulazione, bensì, in senso lato, quella porzione di territorio regionale all’interno della quale possono verificarsi e rilevarsi impatti irreversibili derivanti dalla realizzazione, installazione e avviamento dell’impianto. Solo al fine di evitare equivoci, è chiaro che il voler scongiurare impatti derivanti dall’avviamento dell’impianto presuppone estendere l’ambito di applicazione della legge a tutti i progetti autorizzati e in fase di realizzazione e a prescindere dalla stato di avanzamento lavori.
    7. L’utilizzo del temine “impatti”, inoltre, sottolinea come il danno che si intende impedire non possa identificarsi esclusivamente in termini urbanistici, ovvero nella modifica dello stato dei luoghi su cui sorgerà l’impianto, bensì in termini più ampi ovvero comprendendo qualsiasi ulteriore impatto ambientale, paesaggistico financo impatti su fauna e flora circostante, tanto che il singolo impatto irreversibile, qualora possano essere scongiurati ulteriori impatti, non esaurisce l’applicabilità della legge nel caso concreto. Ciò imporrebbe alle autorità competenti un’attività di controllo e monitoraggio di tutti gli impianti autorizzati e in fase di realizzazione con l’obbligo di sospendere le realizzazioni degli impianti che non abbiano determinato impatti irreversibili cosi come sopra meglio specificati.
    8. In considerazione della ratio della norma, così come dalla stessa specificato, la condotta dannosa non pare potersi accettare/tollerare sulla base dell’invio di una comunicazione/dichiarazione di inizio lavori e pare invece doversi accertare in concreto sulla base delle attività poste in essere e degli impatti sul territorio regionale.

    ESPONGONO QUANTO SEGUE

    Sulla base di notizie emerse a mezzo stampa risulta che, in data 16 Aprile 2020, è stata rilasciata l’Autorizzazione Unica per la realizzazione e l’esercizio di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica di potenza nominale di 32 MW sito nei comuni di Villacidro, Località Santu Miali, e Serramanna, Località Pranu Sa Cantissa. Codice Terna 201100662 in favore del soggetto proponente DAS Villacidro Srl.   Risulta, inoltre, agli esponenti, che la DAS Villacidro Srl fissava, dandone comunicazione, la data inizio lavori per il giorno 14 Aprile 2023. Il progetto, sulla base degli elaborati reperibili nel sito https://portal.sardegnasira.it/-/revisione-progettuale-al-parco-eolico-santu-miali-nel-comune-di-villacidro-versione-completa-e-definitiva-2016-,  sembra ricadere negli ambiti territoriali di cui alla Legge Regionale n.5/2024. I lavori, fino alla data del 16.07.2024, non sembrano aver avuto impatti irreversibile sul territorio regioanle tale da costituire un danno non riparabile.

    La società Das Villacidro Srl prosegue nell’attività di realizzazione e nessuna dell’autorità preposte al controllo del territorio pare abbia posto in essere le attività necessarie ad impedire e scongiurare l’irreversibilità degli impatti sul territorio regionale derivanti dalle attività di realizzazione, installazione o avviamento di impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili in assenza di un aggiornamento e completamento della programmazione strategica regionale per lo sviluppo sostenibile e della pianificazione paesaggistica, urbanistica ed energetica regionale.

    Tutto ciò premesso, il sottoscritto

    CHIEDE

    che l’intestata Procura della Repubblica di CAGLIARI Voglia accertare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti sopra riportati siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili. Con espressa riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale successivo procedimento penale.

    Chiede inoltre, ai sensi dell’art. 406, comma 3 c.p.p., di essere informato dell’eventuale richiesta di proroga delle indagini preliminari, nonché, ai sensi dell’art. 408, comma 2 c.p.p., circa l’eventuale richiesta di archiviazione.

    Una delle tante turbine presenti nell’Isola

    Avvocato alla fine i comitati hanno deciso di fare un esposto in procura, l’opinione pubblica si chiedeva come la stessa non fosse ancora intervenuta?

    La legge 5/2024 non è molto chiara e per la genericità dei termini usati può risultare di difficile interpretazione, non mi è dato sapere se vi sono già dei procedimenti in corso in fase di indagini preliminari, quindi non posso esprimermi, l’esposto qualora la Procura dovesse ritenere vi siano delle notizie di reato, potrebbe essere dirimente sia sull’interpretazione della norma sia sull’effettiva illiceità penale delle condotte esposte.

    Sarebbe bello capire se esistono le autorizzazioni da parte della provincia per le manomissioni stradali della provinciale che da Villacidro porta a Samassi e se ci sono come mai sono state concesse in tempo di record considerata la lentezza della burocrazia italiana!

    Bella domanda, ricordiamoci tuttavia la rilevanza che lo stato italiano ha assegnato a queste opere in spregio del diritto all’autodeterminazione dei sardi.

    Alla fine dall’esposto che nel nostro giornale pubblichiamo integralmente appare evidente che i lavori anche già autorizzati debbano bloccarsi immediatamente

    La norma deve essere interpretata in base al fine e all’obbiettivo che intende perseguire, quindi evitare impatti irreversibili su tutto il territorio regionale derivanti da realizzazione, installazione e avviamento di impianti eolici e fotovoltaici. Se questo è il fine, considerando che non sono state indicate deroghe specifiche per gli impianti in fase di realizzazione avanzata, è evidente che la comunicazione di inizio lavori non sia sufficiente ma sia necessario verificare lo stato concreto di avanzamento lavori. E’ ovvio che laddove gli impatti irreversibili si siano già concretizzati la legge non possa raggiungere alcun obbiettivo, mentre laddove vi siano già degli impatti non ancora irreversibili, la legge debba essere applicata

    Come mai a suo avviso non è stata la stessa regione a pretendere che la moratoria fosse rispettata?
    La Presidente Todde ritiene che la legge non sia applicabile ai casi in cui vi sia stata la comunicazione di inizio lavori, ovvero proprio nel caso in cui il rischio di un impatto irreversibile è attuale e concreto.

    Siete fiduciosi sull’esito?

    Ci siamo rivolti alla magistratura affinché possa verificare se le condotte esposte, anche omissive, alla luce della Legge regionale possano costituire reato e in tal caso impedire che possa concretizzarsi un danno irreversibile. Ritengo che l’interpretazione della norma sia chiara, attendiamo di conoscere la posizione della Procura senza alcuna aspettativa se non quella di vedere applicata la legge

    Cosa si sente di dire per il futuro questo scempio può essere fermato o l’isola si dovrà confrontare con azioni non proprio lecite?

    Questo scempio può essere fermato, ma per farlo occorre una volontà politica forte e decisa non influenzata dalle dinamiche interne ai partiti politici italiani. Ricordiamoci che la nostra Presidente era Viceministro del Governo Draghi e con Draghi ha dato il via alla speculazione eolica. Per avviare una negoziazione politica che possa portare ad atti normativi utili a bloccare lo scempio la Presidente dovrebbe accettare il rischio di uno strappo politico con i propri capi italiani. Circostanza poco probabile. Pertanto, l’unica possibilità di bloccare lo scempio passa dai sardi, dai comitati, da tutte le persone che fino ad oggi protestano e fanno sentire la propria voce alimentando una nuova coscienza nazionale sarda. E ai nastri di partenza la raccolta firme per una proposta di legge urbanistica di iniziativa popolare, materia di competenza esclusiva regionale. Una delle strade percorribili davanti all’inerzia della calsse politica sarda, molto concentrata su tentativi di sedare la protesta e poco sul blocco della speculazione eolica. I comitati, i cittadini hanno dimostrato grande maturità portando avanti proteste dure ma pacifiche e non violente, fino ad oggi hanno partecipato giovani, anziani, professionisti, persone con grande senso civico e amore per la Sardegna. Le condotte illecite o violente purtroppo dovranno essere messe in conto con il dovere da parte dei manifestanti di isolarle, e con il dovere da parte della politica di dare risposte concrete per evitarle. Dormire la notte fa bene e regala forze per ascoltare chi legittimamente protesta contro lo scempio.

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