Dieci minuti regalati al Sassuolo in avvio di partita sembravano aver compromesso un risultato positivo per il Cagliari che, a essere sinceri, contro i neroverdi hanno disputato, fino al 90’ e oltre, una partita quasi horror. Nel finale è però arrivata l’ormai famosa “zona-Cagliari”, quel recupero tutto grinta e cuore che aveva permesso ai rossoblù di ribaltare il risultato contro il Frosinone ma soprattutto di conquistare la Serie A con un gol nell’extra time di Pavoletti.
È stato un match con tante facce. Prima un avvio sprint degli uomini di Dionisi, pericolosi in molteplici occasioni e subito avanti grazie allo stacco imperioso di Erlic. Poi un Cagliari che nella seconda metà del primo tempo prova a ritrovare se stesso, imbastisce trame di gioco interessanti ma non riesce a essere mai pericoloso. La seconda frazione parte sulla falsariga dell’avvio di gara, con il Sassuolo più pimpante. Per questo l’audace Ranieri inserisce, a sorpresa, due attaccanti (Luvumbo e Pavoletti) al posto di due centrocampisti (Sulemana e Nandez). E se è vero che la fortuna aiuta gli audaci ecco, pochi minuti dopo i cambi, l’espulsione di Tressoldi che dovrebbe spianare la strada ai rossoblù. Ma così non è, infatti il Cagliari non riesce a trovare il bandolo della matassa per lunghi tratti del match, ma soprattutto non riesce mai a rendersi davvero pericoloso fino agli ultimi minuti. Minuti in cui Ranieri ordina il “tutti dentro” concedendo spazio anche a Mancosu e Petagna, oltre a Shomurodov già in campo da un quarto d’ora.
Capire e spiegare cosa la banda Ranieri riesca a combinare in pieno recupero, e in particolare nei minuti che intercorrono tra il 94’ e il 99’, è quasi impossibile. Un mix di coraggio, sfrontatezza (in campo tutti i giocatori offensivi) e fortuna (d’altronde senza non si va lontano), fanno sì che il Cagliari prima riesca ad acciuffare il pareggio con Lapadula e poi rovesci letteralmente (ogni riferimento allo splendido gesto atletico dell’attaccante numero 30 è puramente casuale) il punteggio grazie a Pavoletti. La fortuna, dicevamo. Quella che bacia il Cagliari al 92’ nel momento in cui il gol del raddoppio di Bajrami viene annullato per un fuorigioco millimetrico di Volpato. Ma la Dea bendata, da sola, non basta. Nella rimonta del Cagliari c’è anche tanto altro: il coraggio nelle scelte di Ranieri, la velocità e la precisione dei cross di Luvumbo, la testa del redivivo Shomurodov, la tecnica e la caparbietà di due bomber come Lapadula e Pavoletti. Dal penultimo al sedicesimo posto nel giro di pochi minuti. Il Cagliari in questa fase del campionato non muore mai e quando c’è da rimettere in piedi situazioni difficili risponde “presente”, o perlomeno le prova tutte come accaduto in casa di Juventus e Lazio.
La corsa salvezza è però lunga e ancora piena di insidie, guai a pensare che il peggio sia passato. Oltre alla sfida del “Maradona” (sabato, ore 18) contro il Napoli, i due scontri diretti a Verona e in casa contro l’Empoli diranno se il Cagliari è un paziente sulla via della completa guarigione.
Luca Pes