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    Cagliari – “Nel giardino delle parole”: Interessante libro di Giovanna Porcu per docenti e alunni delle scuole dell’infanzia e primaria.

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    Giovanna Porcu è un’insegnante specializzata per le attività di sostegno nella scuola dell’infanzia, è nata a Santu Lussurgiu, ma vive e lavora a Cagliari in qualità di docente nella scuola dell’infanzia. Ha conseguito la laurea nell’Università di Cagliari in Materie Letterarie, in Scienze dell’Educazione e in Scienze della Formazione Primaria con in dirizzo Infanzia. Svolge attività di ricerca e di sperimentazione didattica; è autrice di recensioni e di articoli su argomenti pedagogico-didattici. È inoltre impegnata in attività di volontariato a sfondo sociale. Giovanna Porcu

    “Nel giardino delle parole” è un’opera che consta di una raccolta di rime e poesie inerenti principalmente ad aspetti naturalistici, ma anche sociali, temporali… È rivolto al mondo dell’infanzia, al fine di stimolare i bambini allo sviluppo del linguaggio attraverso i giochi di parole, le rime e le sonorità ed è corredata dalle fotografie dell’autrice e da disegni elaborati da Francesco e Riccardo Porcu (otto e cinque anni). Il libro contiene in appendice anche alcuni allegati indirizzati a genitori, docenti ed educatori, relativi alla lettura ad alta voce, al rapporto esistente tra illustrazioni ed emozioni e ad un’esperienza didattica realizzata sul campo dalla docente Francesca Porcu in una sezione della scuola dell’infanzia. La prefazione di Antonia Carlini, dirigente scolastico e formatrice nazionale offre spunti diversi che invitano il lettore ad approfondire le tematiche della scuola dell’infanzia sia dal punto di vista normativo che dal punto di vista didattico e metodologico. Fra le altre cose sottolinea la valenza educativa della narrazione, in particolare della lettura ad alta voce che permette al bambino di entrare in connessione con il lettore; “grazie all’ascolto, infatti – afferma la Carlini – si crea un legame, una relazione emotiva che consente ai piccoli di cogliere e sperimentare i vari stati d’animo veicolati dalla musicalità delle parole e del tono della voce del lettore”. Del capitolo riservato al Laboratorio di arte e poesia alla scuola dell’infanzia apprezza l’idea di stimolare la creatività degli alunni attraverso la produzione di macchie di colore, la loro interpretazione attraverso il riconoscimento di forme familiari e la successiva produzione di componimenti poetici. Ciò rappresenta secondo la Carlini una pista di lavoro che può essere seguita in qualsiasi contesto scolastico.

    Abbiamo posto alcune domande all’autrice del libro Giovanna Porcu.

    Quando le è venuta l’idea di scrivere il libro e perché?

    “L’idea di scrivere il libro è nata all’improvviso e quasi per gioco, ma è comunque il frutto della mia esperienza professionale come docente di Scuola dell’Infanzia”.

    “Le brevi poesie e filastrocche proposte ai bambini a scuola hanno costituito un’esca linguistica, permettendomi di “giocare con le parole”, dapprima insieme agli alunni e poi ispirandomi lentamente altre rime poetiche, inerenti agli elementi di vita quotidiana, soprattutto attraverso lo scorrere del tempo, al ciclo delle stagioni, ai colori, alle feste ecc., mentre altre hanno come oggetto delle tematiche più profonde”.

    “I destinatari del libro non sono comunque soltanto i bambini della scuola dell’infanzia ma anche quelli della scuola primaria, mentre ai genitori, ai docenti e agli educatori è rivolta principalmente l’ultima parte del testo, contenente degli allegati sull’importanza della lettura e sul piacere di leggere”.

    La scuola dell’infanzia non è considerata scuola dell’obbligo. Lo ritiene giusto?

    “La scuola dell’infanzia non è attualmente scuola dell’obbligo, nonostante vi siano state varie proposte di legge per renderla obbligatoria.  È una scuola di fondamentale importanza che vede protagonisti i bambini dai tre ai 5 anni e anche due anni e mezzo se si pensa agli anticipatari; si tratta dei primissimi anni di vita del bambino nei quali si strutturano le basi dello sviluppo armonico di tutta la persona”.

    “Non a caso, la scuola dell’infanzia imposta infatti tutte le sue attività sui cosiddetti “campi di esperienza”, cioè sui diversi settori di competenza in cui il piccolo sviluppa il suo apprendimento e raggiunge i traguardi formativi”. 

    “Si lavora per costruire una solida autonomia, una maturazione dell’identità e un buon sviluppo di varie competenze, il tutto in modo armonico e attraverso l’aspetto ludico e socio-relazionale.

    Emerge quindi come tale ordine di scuola getti le basi per un ingresso sereno degli alunni alla scuola primaria, in cui poter affrontare con successo, attraverso il raggiungimento dei prerequisiti il loro percorso scolastico e formativo”. “Alla scuola dell’Infanzia tramite il gioco si sviluppano per esempio le capacità logiche che poi porteranno all’apprendimento delle abilità logico-matematiche alla scuola primaria, attraverso la didattica laboratoriale, l’alunno sviluppa delle competenze socio -relazionali, linguistiche che lo preparano all’acquisizione di abilità di scrittura e lettura e tramite il gioco libero o strutturato matura lentamente l’esercizio di varie abilità che lo porteranno all’acquisizione di abilità di ragionamento sempre più astratto. È importante anche il lavoro che viene fatto sulla gestione temporale: le stagioni, i mesi dell’anno, i giorni della settimana, le condizioni metereologiche, i concetti di ieri –oggi e domani, il prima e il dopo e tutti i concetti topologici, che creano le basi sia per un futuro apprendimento scientifico, sia per una corretta scansione temporale degli eventi”.

    “Tutte queste attività rappresentano una importante conquista per il bambino, rendendolo più maturo, più autonomo e più consapevole”.

    “LA SCUOLA DELL’INFANZIA è il primo grado di studio fondamentale per il bambino, considerato dai Nuovi Orientamenti e dalle Indicazioni Nazionali un “soggetto attivo di “conoscenza” e quindi un soggetto sensibile a ogni forma di apprendimento, in cui la presenza dell’insegnante-regista permette la crescita e la valorizzazione degli ambiti di conoscenza, partendo dagli interessi e dalle predisposizioni naturali degli alunni”.

    “Soprattutto e non a caso viene realizzata la continuità con la scuola primaria, con progetti o attività –ponte che preparano gli alunni al futuro ingresso nella scuola di grado successivo.

    Penso che l’obbligatorietà renderebbe la scuola dell’infanzia una scuola a tutti gli effetti, alla pari della scuola primaria o di un liceo e il bambino della scuola primaria che frequenta assiduamente la scuola dell’infanzia certamente matura delle esperienze pratiche sociali, ludiche, acquisisce abilità, conoscenze e competenze che gli gioveranno sicuramente e incideranno sul suo successo formativo”.

    Nella scuola dell’infanzia la quasi totalità dei docenti è donna: ciò è positivo o negativo dal punto di vista dei rapporti con gli alunni?

    “Per la promozione di un ambiente educativo positivo, ritengo importante che anche nella scuola dell’infanzia vi possano essere delle figure di riferimento maschili, al fine di fornire agli alunni uno sviluppo armonico e completo della loro persona. La presenza maschile renderebbe la scuola dell’infanzia un ambiente più ricco e dinamico, in cui questioni educativo-didattiche verrebbero affrontate anche con una diversa lente e sotto altre prospettive: quelle maschili, appunto”.

    Cosa si potrebbe fare per migliorare la scuola dell’Infanzia?

    “Per migliorare la scuola dell’infanzia occorrerebbe rivedere la gestione organizzativa delle classi, speso sovraffollate e formate anche 28 alunni. Una riduzione del numero di alunni per classe avrebbe sicuramente ottime ricadute in ambito didattico, nell’impostazione di tutte le attività con bambini molto piccoli che spesso necessitano di essere seguiti individualmente o in piccoli gruppi. Occorrerebbe pertanto un organico potenziato sia docente che ATA; la scuola, inoltre, dovrebbe essere maggiormente supportata dallo Stato e dai Comuni per l’acquisto del materiale e delle attrezzature educativo-didattiche, al fine di garantire la qualità dei risultati”.

    L’autrice Giovanna Porcu

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