Un gesto di grande generosità, la donazione di sangue, che denota vicinanza alla popolazione e sensibilità nei riguardi di una problematica, la carenza di emocomponenti, che in Sardegna rappresenta un problema ricorrente. Un gesto che, questa mattina, le donne e gli uomini della Brigata “Sassari” hanno compiuto con grande partecipazione, presentandosi al Centro trasfusionale dell’Aou di Sassari, in via Monte Grappa.
Un gruppo nutrito di donne e uomini della Brigata “Sassari”, al comando del generale Giuseppe Bossa, hanno risposto alla campagna di sensibilizzazione che l’Azienda di viale san Pietro sta portando avanti da tempo.
Un’occasione per evidenziare il valore della cultura del dono per aiutare chi, ogni giorno, deve sottoporsi a una trasfusione per curare una patologia o necessita di sangue per un intervento chirurgico.
Al secondo piano di via Monte Grappa il direttore generale Antonio Lorenzo Spano, il direttore amministrativo Dolores Soddu, il direttore del Centro trasfusionale Pietro Manca, hanno incontrato il generale Giuseppe Bossa e dato il benvenuto ai militari.
«La Brigata “Sassari” ci è sempre stata vicino – ha detto il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano – e continua a farlo venendo qui, al nostro Centro trasfusionale, a donare il sangue. E per questo non possiamo che ringraziarli per questo atto di generosità. Ci hanno aiutato tantissimo, anche nel periodo Covid, naturalmente in altro modo, e questo denota la loro vicinanza alla cittadinanza.
«In Sardegna il problema del sangue è molto sentito. Per questo motivo è necessario rivolgersi a tutta la popolazione per andare a donare, chi vuole può farlo qui al nostro centro, nei vari centri regionali o in quelli delle associazioni. C’è davvero una grande necessità di emocomponenti, un appello forte che rivolgiamo a tutti», ha concluso Spano.
In Sardegna la carenza di sangue ed emocomponenti è un problema ricorrente. A fronte di una raccolta di sacche di sangue di circa 80 mila unità, il fabbisogno della Sardegna ammonta a circa 110 mila. Numeri ancora lontani dall’autosufficienza e che fanno capire quanto sia importante sensibilizzare la popolazione alla donazione.
«In Sardegna – ha detto il direttore del Centro trasfusionale Pietro Manca – c’è la necessità di potenziare quella cultura che porta alla concreta consapevolezza di diventare “donatori”, militari o civili che dir si voglia. In particolare, è necessario potenziare il ricambio generazionale dei donatori coinvolgendo, soprattutto, la fascia di età compresa tra i 18 e i 45 anni».
La Brigata, che negli anni ha dimostrato di possedere questa cultura e di rappresentarla aderendo a iniziative come quella organizzata dall’Aou di Sassari, ha risposto ancora una volta “presente!“, ben sapendo che nell’isola, essendo la regione più colpita dalla talassemia, il problema è maggiormente sentito.
Una dimostrazione di solidarietà e un gesto di grande altruismo verso la popolazione, valori e principi etici propri del soldato dell’Esercito Italiano.
Nel caso dei “sassarini“, inoltre, prevale lo straordinario senso di appartenenza alla propria terra. Essi sentono come un dovere l’aiutare i propri corregionali in questo momento di bisogno.
In occasione della Giornata mondiale anche l’Avis comunale di Sassari e l’Avis provinciale hanno organizzato due raccolte nella Zona industriale di Predda Niedda. Sono state così 30 le sacche raccolte con il contributo della Pubblicitas e del supermercato Tutti i giorni che hanno ospitato le autoemoteche nei loro piazzali. A queste si aggiunge la raccolta eseguita a Perfugas sempre dall’Avis.
La Giornata mondiale del donatore di sangue è stata istituita dall’Organizzazione mondiale della Sanità nel 2005 per ricordare la data di nascita del biologo Karl Landsteiner che, nel 1900, scoprì il sistema AB0, il più importante tra i sistemi di gruppi sanguigni umani in ambito trasfusionale e co-scopritore del fattore Rh.