L’Istituto Michelangelo Buonarroti è a fianco delle donne e degli uomini che in Iran stanno protestando coraggiosamente contro la violazione dei diritti umani fondamentali. I giovani, inclusi i minorenni, stanno subendo una repressione violenta, che investe e colpisce anche gli studenti che solidarizzano con i manifestanti. Uomini e donne, molti dei quali universitari e allievi delle scuole superiori, come lo siamo noi, scendono nelle strade e nelle piazze per rivendicare il diritto al rispetto delle libertà fondamentali dell’uomo, rischiando prima di essere pestati a sangue dalla polizia morale e dai paramilitari, e poi, all’interno delle caserme e delle carceri, di essere torturati, violentati e, infine, dopo processi sommari, impiccati, quando e se si riesce a sopravvivere alle lunghe e terribili sevizie.
Nella giornata di oggi, gli studenti dell’Istituto Tecnico si taglieranno una ciocca di capelli in segno di protesta contro le vessazioni e le violazioni dei diritti fondamentali che le donne iraniane sono costrette a subire, ma anche contro le torture e la pena di morte che attentano all’inviolabilità e alla dignità della persona. Tutte queste ciocche verranno poi inviate tramite posta all’ambasciata dell’Iran in Italia, accompagnate da alcuni messaggi degli alunni sul rispetto della vita umana e sulla pari dignità tra uomo e donna.
Dopo l’adesione al messaggio di Papa Francesco che chiede rispetto e dignità, l’Istituto si unisce alle tante voci che si sollevano in Italia e in altri Paesi del mondo per supportare le proteste e per condannare l’oppressione delle donne iraniane sistematicamente perseguitate dalla “Polizia Morale” e dall’apparato repressivo del regime degli Ayatollah. Masha Amini, una ragazza kurda iraniana, di 22 anni, è stata uccisa dalla polizia religiosa perché l’hijab per coprire i capelli non era indossato “bene”, mentre Hadis Najafi è stata massacrata con precisi colpi alla nuca perché dalla sua testa scendeva libera la sua chioma. Sono seguite altre uccisioni, il blocco di Internet, la repressione brutale delle manifestazioni che ha prodotto centinaia di morti e circa 20.000 arresti. Esprimiamo piena vicinanza a coloro che in Iran lottano, anche a costo della propria esistenza, per difendere i valori della libertà, il diritto alla vita e il rispetto della dignità della donna.
“Gli studenti – afferma il Dirigente Scolastico, prof. Mauro Canu – vivono in un Paese nel quale la pena di morte è vietata in quanto negazione del bene primario che è la vita e dove uomini e donne, come sancisce l’art. 3 della Costituzione, sono eguali, avendo gli stessi diritti e gli stessi doveri. Purtroppo in molti Paesi del globo, come l’Iran, non c’è rispetto per la vita, per i diritti umani e per i diritti fondamentali. Le donne sono considerate cittadini di seconda classe, oggetto di violenze e di abusi. I nostri studenti, consapevoli di ciò, hanno deciso di protestare in maniera pacifica; di far sentire, anche da lontano, il loro appoggio ai coetanei iraniani; di sostenere la legittima protesta di chi rischia ogni giorno di essere arrestato o ucciso semplicemente perché si richiede maggiore dignità per tutti, eguaglianza dei diritti tra uomo e donna, maggiore rispetto dell’essere umano, affrancamento dalle molteplici forme di schiavitù cui sono sottoposte oggi, in Iran, le donne”.