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    Sassari, in sella alle mountan bike hanno percorso 350 km in Marocco

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    Un abbraccio liberatorio, tutte e tre strette, tutte e tre insieme nella gioia, così come nella fatica vissuta in questi 6 giorni. E poi, un altro abbraccio, quello con tutto lo staff che le ha accompagnate lungo ogni stradone, sulle colline, sulle montagne, tra l’acciottolato, la polvere, il caldo e il ghiaione delle piste che hanno percorso.

    L’ultima tappa della Marocco expedition Women challenge dopo 46 km si è conclusa così tra la stanchezza, qualche lacrima e la felicità delle biker che, in totale, hanno percorso 350 km. Ce l’hanno fatta, la sfida in sella alle due ruote è stata vinta.

    Donatella MereuPaola Zonza e Daniela Tocco, che intanto durante la spedizione si sono date anche dei soprannomi, rispettivamente CapitanoPower e Toquinho, a fine avventura sono felici.

    E per le avventurose biker l’ultima è stata una tappa “bagnata”. «Abbiamo smesso di sentire dolori a 20 km dall’arrivo – racconta Paola Zonza – e ci è venuta questa esplosione di lacrime, di emozioni silenziose, vissute da ciascuna in modo proprio. In maniera silenziosa e in meditazione abbiamo così finito questa tappa».

    «Ci siamo emozionate – afferma Daniela Tocco – non abbiamo sentito neanche qualche dislivello. Eravamo più unite del solito, mi è piaciuta tanto. E non solo con le ragazze ma con tutto il gruppo. A fine tappa si è sentita l’unione e la forza che ci siamo dati a vicenda in tutti questi giorni».

    «Su 46 km, 20 li ho pedalati con le lacrime – aggiunge Donatella Mereu – oggi sentivo di voler stare da sola. Mi fermavo ogni tanto, anche a emozionarmi davanti a questi panorami davvero unici e splendidi».

    Tanti gli incontri fatti in questi sei giorni. Da quelli con i ragazzini che si univano alle cicliste sarde alla popolazione accogliente del posto, dalle donne spagnole che a piedi percorrevano l’area delle Gole di Dades ai bambini che giocavano a pallone e che le hanno coinvolte in una piccola partita.

    A guidare l’avventura il capo carovana, Maurizio Doro, biker d’esperienza e fine conoscitore del Marocco. Con loro anche il coach Antonio Marino quindi Michele Marongiu, ideatore dell’avventura, il videomaker Pierandrea Maxia che ha documentato ogni singola tappa. E poi il medico della comitiva, la dottoressa Rita Nonnis, chirurgo senologo dell’Aou di Sassari, che nei giorni scorsi ha esultato – collegata in diretta web con Sassari per la riunione di presentazione dell’Atto aziendale – alla notizia della previsione della “Breast unit”.

    Ma l’avventura non ha fatto perdere alle biker lo spirito dell’iniziativa. E ieri sera, in occasione della settimana internazionale per la prevenzione del tumore al seno hanno donato i presidi medici e i farmaci – che per fortuna non hanno avuto bisogno di utilizzare – del kit di pronto soccorso. Lo ha fatto la dottoressa Nonnis nelle mani di madame Keltoum Touhami Elwazzani che nel villaggio di Agdz è attiva proprio nella sensibilizzazione contro il cancro alla mammella. Un modo speciale di concludere la sfida.

    Una sfida che l’Aou di Sassari ha sostenuto sin dall’inizio, patrocinandola e donando un kit di pronto soccorso. E ancora, seguendo ogni giorno il loro cammino in terra magrebina per raccontare ogni singola tappa. Sul sito web dell’Aou sono stati pubblicati i resoconti quotidiani delle tappe e le immagini della loro sfida. Sui monitor aziendali, quelli posizionati agli ingressi delle strutture e nelle sale d’attesa, sono state trasmesse le immagini delle biker in sella alle loro mountain bike durante tutti i sei giorni.

    Un modo per dimostrare la vicinanza a queste donne che, dopo un percorso assistenziale di cura oncologica, hanno voluto promuovere un messaggio di coraggio e dimostrare che tutte le difficoltà si possono superare con tanto impegno, dedizione e forza interiore.

    Le varie tappe raccontate in breve

    Erano partite dalla Sardegna domenica scorsa, 23 ottobre, e dopo una giornata di viaggio avevano raggiunto la prima località di partenza Kalaat M’Gouna da dove, il 24 avevano iniziato la loro speciale avventura. I primi 30 km utili a saggiare la loro preparazione.

    La seconda tappa partita da Bou Tharar, il 25 ottobre, ha aumentato le distanze facendo percorrere loro 41 km ricchi di emozione, tra luoghi incantevoli, montagne e altipiani, strade sterrate e impervie. Per arrivare sino a Boumalne, alle porte delle Gole di Dades.

    Ma il lavoro più duro è arrivato nella terza tappa: 80 km percorsi su un dislivello di 1.200 metri con un caldo quasi proibitivo. Ma la loro forza di volontà le ha portate sino N’Kob.

    Ancora più lunga la quarta tappa: 90 km per arrivare sino a Errouha, un villaggio nella provincia di Zagora. Un percorso difficile non soltanto per la lunghezza ma per l’aspetto tecnico, perché realizzato su sterrato, con una superficie disomogenea e sabbiosa, a tratti ricca di pietre che ha costretto le biker a una maggiore concentrazione. E, ancora, sotto una temperatura costante per tanto tempo che crea disagi, aumenta la stanchezza e, alla fine della corsa, ti devasta.

    La quinta tappa le ha portate a percorrere 64 km sino a Oulad Othmane, storico villaggio a sud est del Marocco, affrontando una serie di saliscendi per un dislivello di circa 600 metri. Le biker hanno pedalato su distese di pietre vulcaniche e il caldo le ha costrette a una serie di soste rigeneranti per dissetarsi e idratarsi.

    Ieri l’ultima tappa, 46 km, sino a Tamnouglt.

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