La Sardegna ieri è scesa in piazza per rivendicare il diritto alla Sanità, un diritto sacrosanto che nella nostra Isola sta venendo a mancare e poco importa se l’assessore Nieddu ieri intervistato da qualche testata giornalistica ha sciorinato i numeri del suo assessorato dicendo che si sta facendo il massimo e anche di più. L’assessore infatti sembra non veda il disastro e il caos che l’Isola sta vivendo e cosa ancora più grave il suo assessorato sta lavorando molto peggio di chi lo ha preceduto. La Sardegna ha deciso pertanto di dire no e in ottomila hanno preso parte alla manifestazione indetta da tutte le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL. Servirà una manifestazione a cambiare le cose? Forse no anzi sicuramente no ma c’è stato un qualcosa che è uscito fuori dagli schemi fuori dalla zona confort in cui ciascuno di noi sta e da cui dovremo apprendere l’insegnamento che ci è stato dato. Ieri a Cagliari c’erano tante donne e uomini anziani donne e uomini che scendevano in piazza negli anni caldi dell’Italia donne e uomini che non hanno avuto timore da ragazzi di andare ad occupare le campagne di Pratobello. I giovani di allora ieri hanno dato un segnale forte alla Sardegna e ai sardi, non bisogna temere di combattere se le ragioni sono quelle giuste. Noi dobbiamo ringraziare per il forte segnale che ci hanno dato e trasmesso. Domani in piazza ci saranno, sempre a Cagliari gli studenti della Sardegna per dire no a questa Regione che non è riuscita manco a garantire un sistema di trasporti adeguato per la comodità degli studenti e degli stessi conducenti dei mezzi di trasporto. Sono certo che sarà una manifestazione pacifica ma a loro dico di prendere esempio dalle signore e dai signori anziani che ieri a Cagliari hanno gridato il diritto alla sanità anche voi non abbiate paura di urlare il vostro diritto al viaggiare sicuro. Sono queste proteste sane e pacifiche che spingono la politica ad impegnarsi di più perchè e non si capisce il perchè spesso i nostri politici come i ghiri vanno in letargo.