L’associazione Prometeo contesta la scelta della Direzione aziendale dell’Arnas “G. Brotzu” di destinare a Terapia intensiva pediatrica gli spazi ristrutturati per trasformare la Semintensiva del Centro trapianti di fegato e pancreas in Terapia intensiva riservata allo stesso Centro.
L’associazione Prometeo ATF ODV ha appreso ieri che la Direzione aziendale dell’Arnas “G. Brotzu” intende aprire una Terapia intensiva pediatrica negli spazi del 7° piano dell’ospedale “San Michele” che erano stati recentemente ristrutturati per trasformare la Semintensiva del Centro trapianti di fegato e pancreas in Terapia intensiva a uso esclusivo dei pazienti di tale Centro.
La notizia non ha colto del tutto di sorpresa l’associazione in quanto tale possibilità era già stata ventilata tempo addietro. Certamente, però, non si aspettava che venisse concretizzata proprio ora che i Direttori generali di tutte le aziende sanitarie sarde stanno per essere commissariati a seguito dell’approvazione della legge di adeguamento del Servizio sanitario regionale.
La Prometeo ribadisce quanto già affermato a suo tempo, ossia di essere assolutamente favorevole all’apertura di una Terapia intensiva pediatrica in uno dei più importanti ospedali della Sardegna. «Non accettiamo, però, che questo avvenga a spese di altri pazienti, perlopiù particolarmente fragili» afferma il presidente Giorgio Pavanetto. Occorre, infatti, tenere presente che le sale interessate ospitavano un tempo i pazienti sottoposti a trapianto dopo una breve degenza nella Terapia intensiva “generalista”. Tale soluzione garantiva maggiore protezione ai neotrapiantati. Da quando, anni fa, la Semintensiva è stata chiusa per realizzare i lavori di trasformazione, i neotrapiantati passano direttamente dalla Terapia intensiva alle sale di degenza comuni del reparto, aperte anche alle visite dei parenti. Circostanza che diversi membri della Prometeo hanno potuto personalmente verificare, come pazienti ricoverati o come visitatori. È evidente che questa situazione aumenti di molto il rischio di contrarre infezioni proprio nel momento in cui si è più fragili.
Da tempo l’associazione chiede che la Terapia intensiva dedicata, pronta da settembre scorso, sia finalmente aperta e che questi spazi siano restituiti al Centro trapianti di fegato e pancreas, a protezione dei suoi pazienti fragilissimi. La ristrutturazione è costata 400 mila euro, per cui il presidente Pavanetto rivolge alcuni interrogativi alla Giunta e al Consiglio regionale: «Da ottobre a oggi, per quanti giorni è stata impegnata la Terapia intensiva? Quanti pazienti ha ospitato e di quali reparti? È stata pienamente utilizzata o, invece, è stata sotto utilizzata? E quanti pazienti neotrapiantati di fegato e pancreas sono transitati in questo periodo nella Terapia intensiva?».
L’auspicio dell’associazione è che l’assessore Bartolazzi vagli attentamente le decisioni prese dalla Direzione aziendale, peraltro “in scadenza”, in quanto si tratta dell’ennesimo danno inflitto ai pazienti e agli operatori sanitari del Centro trapianti di fegato e pancreas. Tale nuovo provvedimento si aggiunge, infatti, alla riorganizzazione delle Chirurgie dell’Arnas “G. Brotzu”, che ha ridotto spazi e personale dedicati alle attività del Centro, alla quale è seguito il recente e fortemente contestato trasferimento al 7° piano del “San Michele” di alcune attività dell’ospedale “A. Businco” per via della chiusura di alcune sale operatorie per lavori di adeguamento.