Nel cuore selvaggio del Medio Campidano, tra le montagne di Guspini, Gonnosfanadiga e Villacidro, si muove con determinazione una squadra di cacciatori che ha saputo trasformare un’antica tradizione in una vera e propria missione di vita. “Arcuenteddu e Arcuentu” non è solo il nome di una compagnia di caccia grossa, ma un simbolo di amicizia, passione e profondo rispetto per l’ambiente che li circonda.Nata ufficialmente due stagioni fa, questa squadra affonda le sue radici in una storia familiare che ha visto nei quattro fratelli Armas il motore principale. Cristian, capo caccia, Luca, capo canaio, e i fratelli Massimo e Sandro hanno unito l’amore per la montagna alla loro abilità venatoria, coinvolgendo nel tempo amici e appassionati da Guspini e dai paesi vicini, fino a formare un gruppo affiatato di una trentina di membri. L’amore per la caccia non è nato per caso: i fratelli Armas hanno seguito le orme dei due fratelli maggiori, che da anni facevano parte di un’altra squadra. Una semplice domenica di caccia, un invito senza pretese, e da quel momento Cristian e Luca hanno capito che la passione per i boschi, i cani e la caccia era destinata a diventare parte della loro vita. Così è nata “Arcuenteddu e Arcuentu”, una squadra che oggi è un punto di riferimento nel territorio. Ma la loro missione va ben oltre la caccia. Prima dell’apertura della stagione venatoria, ogni anno dedicano tempo ed energie alla pulizia dei sentieri, raccogliendo rifiuti, liberando i percorsi dalla vegetazione incolta e restituendo alle montagne il decoro che meritano. La loro non è solo una battaglia contro i cinghiali, ma anche contro l’inciviltà, dimostrando che la vera passione per la natura non si esaurisce con l’attività venatoria, ma si manifesta nella tutela e nella cura dell’ambiente. Eppure, i numeri parlano chiaro. Il Medio Campidano è una terra ricca di selvaggina, e la stagione appena conclusa ha visto “Arcuenteddu e Arcuentu” raggiungere risultati straordinari: 108 cinghiali abbattuti nelle sole domeniche di caccia, con un record impressionante di 16 capi in una singola battuta. Un successo che non nasce solo dall’abilità, ma dall’affiatamento e dall’organizzazione della squadra, elementi che fanno la differenza in un territorio dove la caccia è parte integrante della cultura e della tradizione. Ma per questi uomini la vera vittoria non è nei numeri. È nei momenti trascorsi insieme, nel calore di un fuoco acceso alla fine di una lunga giornata, nei racconti che si intrecciano tra un bicchiere di vino e un piatto condiviso. La caccia per loro è passione, amicizia, rispetto per la natura e per le sue regole. “Arcuenteddu e Arcuentu” non è solo una squadra, è una famiglia che porta avanti con orgoglio una tradizione secolare, dimostrando che la caccia può essere molto più di un semplice sport: può essere un modo di vivere il bosco, rispettandolo e proteggendolo, stagione dopo stagione.
