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Il futuro incerto della Chirurgia Oncologica: trasferimenti e problemi strutturali al Businco

van for medical assistance with the text AMBULANZA that meaning ambulance in Italian language

Negli ultimi mesi il presidio ospedaliero Oncologico “A. Businco è stato oggetto di continui
incontri/scontri fra gli operatori sanitari e i vertici aziendali dell’Arnas Brotzu di Cagliari, in merito alla chiusura delle sale operatorie per dar seguito al progetto di ristrutturazione/ammodernamento delle stesse.
Il progetto prevede il trasferimento delle attività Chirurgiche di Ginecologia Oncologica
presso l’Ospedale San Michele e della S C Chirurgia Toracica ed Endoscopica degenze comprese.
Nonostante non sia stata definita una data di inizio dei lavori, né la durata e neppure l l’effettiva possibilità di utilizzare i fondi PNRR previsti, in questi giorni sono stati comunque portati avanti traslochi, tra cui il trasferimento della Direzione Medica di Presidio.
Il 12 aprile verranno invece effettuati i trasferimenti della Chirurgia Toracica al 7 piano dell’Ospedale San Michele. A tal proposito è importante evidenziare l’inadeguatezza e i
gravi deficit strutturali dei locali che accoglieranno il reparto multidisciplinare (mancanza
per ogni posto letto della predisposizione di gas medicali come previsto dalla normativa
vigente sull’accreditamento).
Tale trasferimento sta avvenendo senza un progetto condiviso con il personale sanitario e
senza un piano organizzativo chiaro, generando preoccupazioni per la continuità e la qualità delle cure offerte ai pazienti oncologici.
Le soluzioni alternative proposte dagli operatori del Businco da attuare all’interno dello stesso presidio, quali quella di installare sale operatorie modulari prefabbricate, per garantire la continuità delle attività chirurgiche durante i lavori di ristrutturazione, sono state incomprensibilmente ignorate.
Il trasferimento della chirurgia toracica avrebbe delle ripercussioni negative sulla stessa
struttura, ma anche sull’attività delle altre strutture quali, chirurgia senologica, con liste d’attesa lunghe, che rischia di essere ulteriormente penalizzata, con il concreto pericolo di un incremento della mobilità passiva fuori regione. Con queste scelte si continua a violare l’inalienabile diritto alla cura dei tanti pazienti sardi che migrano ogni anno verso il nord Italia alla ricerca di un’assistenza migliore, perché più organizzata e attenta ai bisogni dei malati. Questa avrebbe dovuto essere l’occasione per costruire un’organizzazione sanitaria all’altezza delle sfide che affrontiamo ogni giorno.

COMUNICATO STAMPA DI: FIALS BUSINCO

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