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Pabillonis chiede la riattivazione della fermata ferroviaria: un servizio essenziale per cittadini e turismo

Nella foto la stazione abbandonata a Pabillonis

A Pabillonis ci si mobilita per riottenere un servizio essenziale: la riattivazione della fermata ferroviaria della stazione. Una misura che non solo risponderebbe alle esigenze dei pendolari, ma darebbe nuovo impulso al turismo e all’economia locale. La richiesta formale è stata inoltrata qualche giorno fa dal Comune di Pabillonis, con la firma congiunta del sindaco di Sardara, le cui Terme sono distanti soli 3 chilometri, alla Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, agli assessorati dei Trasporti e del Turismo, Artigianato e Commercio regionali, a RFI – Rete Ferroviaria Italiana e alle Ferrovie dello Stato Italiane.

Una fermata sospesa il 16 giugno 2014, che ha rappresentato un duro colpo per i cittadini della zona, in particolare per studenti e lavoratori costretti ogni giorno a spostarsi verso altre località. Oggi, l’unica alternativa per chi desidera usufruire del trasporto ferroviario è raggiungere la stazione di San Gavino Monreale, spesso con mezzi privati, poiché alcune fasce orarie sono scoperte dal trasporto pubblico su gomma.

Un’infrastruttura dimenticata, ma ancora vitale

La storia della stazione di Pabillonis e del tratto ferroviario è travagliata. Nel 2007 è stata attivata una variante di circa 7 km tra Pabillonis e Sanluri, comprendente la nuova stazione di San Gavino Monreale. La variante è a doppio binario tra Sanluri e San Gavino e a singolo binario tra San Gavino e Pabillonis, dove si riconnette alla vecchia linea verso Oristano. Situata al km 58+645 della linea Cagliari-Golfo Aranci, la stazione è stata chiusa nel 2014, segnando l’inizio di un lento declino. Tuttavia, nonostante la fermata passeggeri sia sospesa, i treni continuano a transitare, generando lunghe attese al passaggio a livello, con disagi per automobilisti e pendolari.

Nel documento ufficiale, i sindaci sottolineano il valore strategico della fermata: “I treni già transitano lungo la linea ferroviaria, determinando lunghe attese al passaggio a livello. La riattivazione della fermata non comporterebbe alcuna variazione di percorso, ma offrirebbe un servizio fondamentale ai cittadini”, si legge nella richiesta firmata da Riccardo Sanna, sindaco di Pabillonis, e Giorgio Zucca, sindaco di Sardara.

Nel frattempo, la stazione versa in condizioni di degrado: ponteggi installati senza lavori apparenti, assenza di manutenzione del verde con piante pericolanti e un albero inclinato sulla recinzione in cemento, prossima al cedimento. A peggiorare il quadro, scritte vandaliche e segni di incuria sui muri. Dopo la chiusura della biglietteria, anche la sala d’attesa è stata murata e resa inaccessibile. Per chi ne ha usufruito in passato, vederla in queste condizioni è un colpo al cuore.

Un’opportunità per i cittadini e per il turismo

La fermata di Pabillonis potrebbe essere ribattezzata “PABILLONIS / TERME DI SARDARA”, a sottolineare il valore turistico dell’area. Il territorio ospita siti archeologici, tra cui il nuraghe Nuraxi Fenu, costruito in roccia basaltica tra il 1300 e il 1150 a.C., con un’estensione di oltre 2000 metri quadrati. Lo storico Vittorio Angius lo descrisse come uno dei nuraghi più imponenti dell’isola, mentre l’archeologo Antonio Taramelli riferì che parte della struttura fu smantellata per costruire un ponte ferroviario.

Nei pressi della stazione si trovano anche impianti sportivi, aziende agricole e percorsi di turismo rurale. Le vicine terme di Sardara attirano ogni anno migliaia di visitatori, che con una fermata ferroviaria potrebbero raggiungere più facilmente la località. Inoltre, oggi i biglietti si possono acquistare anche online, semplificando ulteriormente l’accesso ai treni.

Ma il beneficio più grande sarebbe per le decine di lavoratori e gli studenti del paese, che ogni giorno raggiungono la stazione di San Gavino Monreale. La fermata di Pabillonis sarebbe – come in passato – un’alternativa più accessibile, persino a piedi, data la distanza di circa 3 km, in mancanza di collegamenti pubblici.

A sostegno della richiesta, i sindaci ricordano i recenti interventi di manutenzione straordinaria sulla strada provinciale 69, che hanno reso più sicura e accessibile la stazione ferroviaria. “Non possiamo ignorare le esigenze di chi ogni giorno si muove per studio o lavoro – ha dichiarato Sanna – e crediamo che questa riattivazione possa essere un passo avanti per tutta la comunità.”

Ora, la palla passa alle istituzioni regionali e alle Ferrovie dello Stato. La speranza è che la richiesta venga accolta. Un servizio pubblico garantito dalla Costituzione italiana, finanziato con fondi pubblici, anche quelli dei sardi, anche quelli dei pabillonesi. Se in altre parti del mondo le stazioni ferroviarie restano aperte anche per un solo passeggero, il territorio ora spera che gli venga restituito un servizio essenziale, troppo a lungo negato.

La stazione abbandonata a Pabillonis
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