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    Cagliari, Teatro Massimo in tripudio per Virginia Raffaele

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    Grande successo al Teatro Massimo di Cagliari per Samusà, lo spettacolo teatrale portato in scena da Virginia Raffaele che ha fatto registrare tre sold-out consecutivi da giovedì a sabato.

    La parola “Samusà” proviene dal gergo dei giostrai e significa “fai silenzio”. Partendo da questo termine e immergendosi nei suoi ricordi, l’attrice e performer romana racconta la sua infanzia e la sua adolescenza. Nata in un luna park fondato dai nonni all’EUR di Roma e cresciuta in quel luogo bizzarro, un mondo meraviglioso pieno di giostre, divertimento e svago, Virginia Raffaele cerca «di essere un luna park umano e di divertire il pubblico come se entrasse in un luna park». Per circa due ore si respira quindi un’atmosfera magica ricreata anche grazie all’ingresso in scena, tra uno sketch e l’altro, di tre ballerini nonché abili giocolieri.

    Nello show l’artista romana mette in risalto la sua straordinaria capacità narrativa e sa essere divertente ma allo stesso tempo dispensatrice di emozioni e momenti di riflessione. Dimostra la sua poliedricità portando sul palcoscenico danza, recitazione, veloci e scenografici cambi di costume e strepitose imitazioni. Riesce a essere straordinaria nel dar vita agli strani personaggi che andavano a giocare allo stand del Tiro al Cinzano, gestito dai suoi genitori insieme al banco dei pesci rossi, calando dall’alto un’improbabile Giorgia Meloni. Fa riflettere e commuovere quando indossa i panni di Donata Stirpe che scherza al telefono con l’amica immaginaria Luigina e quando interpreta una ragazzina sola e triste nel giorno del suo compleanno. Fa ridere a crepapelle nel momento in cui, all’improvviso, diventa la regina delle complottiste e quando porta sul palcoscenico una smemorata Carmen.

    Non mancano le famose imitazioni che hanno reso popolare Virginia Raffaele sul piccolo schermo. Prima Patty Pravo e nel finale Ornella Vanoni, Belen e Bianca Berlinguer, passando per Carla Fracci e Sandra Milo salutate con uno sguardo verso il cielo.

    Raccontando le origini dello spettacolo Samusà, l’attrice dice: «Sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Era un luogo per passare il tempo, un luogo di ritrovo meraviglioso. Viverci e lavorarci aveva una sua magia, per noi era tutto normale, è ovvio che se fai merenda sulla nave pirata ti sembra tutto più magico. Mi ricordo un giorno in cui chiesi a mia madre di portarmi alle altalene, lei mi ci portò subito e ho provato quello che provavano tutti i bambini che visitavano il parco. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi. Tutto quello che siamo diventati stupisce quanto un giro sulle montagne russe e confonde più di una passeggiata tra gli specchi deformanti».

    Dall’infanzia di Virginia Raffaele e dal mondo fantastico in cui ha vissuto si sviluppa quel modo tutto suo di divertire ed emozionare allo stesso tempo, di stupire il pubblico e di farlo ridere fino alle lacrime. Risate che l’artista romana è riuscita a dispensare con Samusà fin dall’ormai lontano 8 febbraio 2020, prima data del lungo tour che ha attraversato tutta l’Italia.

    L’avventura si conclude in Sardegna, proprio nella terra in cui Virginia Raffaele, dopo tanto tempo vissuto con nostalgia ricordando i bei tempi ormai andati, ha preso coraggio ed è riuscita nuovamente a metter piede in un piccolo luna park. Il ciclo si chiude dopo quasi cinque anni, una pandemia nel mezzo e circa 200 repliche. Diretto da Federico Teizzi, scritto da Virginia Raffaele, Giovanni Todescan, Francesco Freyrie, Daniele Prato e dallo stesso Tiezzi, prodotto da ITC2000 e distribuito da Terry Chegia, lo spettacolo proposto al Teatro Massimo di Cagliari è stato organizzato dal CeDAC Sardegna all’interno della rassegna “Pezzi Unici”.

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