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Ristorazione, mancato rinnovo del contratto: si sciopera il 4 giugno

Il clamoroso voltafaccia al tavolo per il rinnovo del contratto di due delle associazioni datoriali della Ristorazione collettiva ha suscitato la reazione unitaria dei sindacati di categoria Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, che hanno proclamato uno sciopero nazionale nella giornata del 4 giugno.

Alla protesta aderiscono anche gli oltre 500 lavoratori e lavoratrici delle imprese della ristorazione collettiva in Sardegna (mense aziendali, scolastiche, ospedaliere) associate a Anir e Angem che, oltre a scioperare, manifesteranno a Cagliari in piazza Gramsci e a Sassari in piazza Castello, dalle 9.30 alle 12.

Una mobilitazione che si annuncia sin da ora determinata e duratura in risposta al gravissimo atto compiuto da due delle associazioni datoriali, Anir e Angem, che sino a poco tempo fa erano sedute al tavolo delle trattative insieme a Fipe (Confcommercio) e Cooperazione, per rinnovare il contratto di settore scaduto nel 2021, e ora lo hanno abbandonato, a un passo dalla firma che potrebbe arrivare proprio nei prossimi giorni.

Cosa è successo? I primi di aprile, dopo uno sciopero proclamato a dicembre scorso con l’obiettivo (raggiunto) di superare le difficoltà di arrivare a un accordo che soddisfacesse entrambe le parti, la trattativa è ripartita ed è a questo punto che le due parti datoriali hanno compiuto un clamoroso voltafaccia: “Anir e Angem – spiegano i segretari regionali Nella Milazzo (Filcams), Giuseppe Atzori (Fisascat) e Cristiano Ardau (Uiltucs), hanno abbandonato il tavolo pretendendo di arrivare a stilare un nuovo e diverso contratto collettivo rispetto a quello del quale si sta discutendo insieme a Fipe e Cooperazione”.

Un atteggiamento inaccettabile che i sindacati respingono manifestando la netta contrarietà a discutere di un ulteriore, inutile, contratto: “Ciò che serve è esattamente il contrario, ovvero la semplificazione di una miriade di contratti già esistenti”, hanno spiegato i segretari sottolineando che “la parcellizzazione delle associazioni datoriali è già un elemento che complica le trattative, figuriamoci se passasse l’idea folle che una o più di esse può decidere all’improvviso di pretendere una trattativa a parte per arrivare a un singolo contratto diverso da quello vigente, sarebbe la giungla”.

Queste le ragioni della protesta contro queste associazioni e imprese private che “mostrano – concludono Milazzo, Atzori e Ardau – tutta la loro irresponsabilità e spregiudicatezza nei confronti di lavoratori e lavoratrici che da anni garantiscono con professionalità i servizi e le attività di Ristorazione, oltretutto in un contesto economico fortemente compromesso dall’aumento del costo della vita”.

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