Ci sarà da soffrire fino all’ultima giornata. È una frase fatta di cui spesso si abusa quando si parla di calcio, ma è aderente al vero se facciamo riferimento al campionato del Cagliari. Quando mancano quattro giornate al termine del torneo, sono infatti soltanto tre i punti di vantaggio sulla terzultima piazza (ora occupata dall’Udinese) che significa Serie B e questo lascia immaginare che la questione sia difficile da risolvere nei prossimi dieci giorni (l’11 maggio è in programma Milan-Cagliari). Vietato fare calcoli, vietato mollare la presa, vietato, soprattutto, sentirsi quasi arrivati.
Il Cagliari visto a Genova è il lontano parente di quello che ha battuto con pieno merito l’Atalanta prima di mettere in grossa difficoltà Inter e Juventus rammaricandosi per i due pareggi ottenuti. I sardi hanno dovuto fare a meno di Mina, Dossena, Jankto e Viola per infortunio e di Luvumbo per squalifica. Capitolo a parte per Nandez (impiegato nella ripresa), Makoumbou e Sulemana, forse risparmiati per la partita di domenica contro il Lecce. Senza il suo asse portante, la squadra si è ritrovata snaturata e imbottita di riserve al cospetto di un Genoa molto pimpante e ancora in palla nonostante la salvezza già acquisita.
Ci si chiede se, soprattutto a centrocampo, le scelte non sarebbero potute essere diverse. Privarsi anche di Makoumbou e Sulemana, titolari inamovibili nelle ultime settimane, potrebbe essere stato deleterio. Il Cagliari è stato infatti sovrastato soprattutto nella zona nevralgica del campo, dove il terzetto formato da Thorsby, Badelj e Frendrup (dai quali sono arrivati due dei tre gol dei Grifoni) ha fatto il bello e cattivo tempo al cospetto di un reparto “sguarnito”, formato dai soli Deiola e Prati, tenendo conto anche del fatto che il giovane play non giocava 90 minuti da tre mesi e mezzo.
Stavolta però non è stata soltanto una questione di modulo. È infatti mancato il giusto approccio con la partita e l’atteggiamento dei calciatori chiamati in causa non è cambiato col passare dei minuti. Il Genoa, com’è giusto che sia, non ha regalato nulla. Ma il punteggio finale è anche figlio delle tante disattenzioni degli uomini in campo. Si tratta comunque di una partita difficile da decifrare e da commentare, viste le tante assenze in casa Cagliari. Certo, un po’ più di impegno da parte degli uomini scelti per la sfida del “Ferraris” non avrebbe guastato. Ma è altrettanto vero, a parziale discolpa dei rossoblù, che in situazioni come queste non è facile trovare subito l’amalgama, visto che la formazione era praticamente inedita.
L’unica cosa certa è che bisogna lasciarsi alle spalle, e in fretta, la disastrosa serata vissuta nel capoluogo ligure. Il tempo stringe e questa è una delle settimane più importanti dall’inizio della stagione. Il recupero degli infortunati in vista di domenica (col Lecce si scende in campo alla Domus alle 12.30) è fondamentale. Così come sarà importante che tutto l’ambiente rimanga compatto focalizzando la propria attenzione su un obiettivo ancora distante ma che appare, comunque, alla portata del Cagliari degli ultimi mesi.
Luca Pes