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    Dancing Histor(y)ies Festival, al via oggi il primo workshop

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    Attingere alla memoria per reinventare il proprio futuro. Avere cura dei doni della Storia, per lasciare spazio allo stupore e alla bellezza. Dancing Histor(y)ies, progetto cofinanziato dall’Unione Europea, incentrato sulla promozione dei siti archeologici attraverso le arti performative con il coinvolgimento delle comunità locali, dopo la prima presentazione avvenuta nell’aprile dello scorso anno a Cipro, bussa alle porte della Sardegna per offrire una prima grande vetrina internazionale della danza da vivere il 12 e 13 luglio nella meraviglia dall’antica città di Tharros (Cabras), una delle più struggenti eredità archeologiche di tutto il Mediterraneo.

    Ballare, creare, progettare, conoscere, divertirsi. Danzare sulla Storia e con la Storia, riappropriandosi di antiche e nuove narrazioni a partire dalla vita delle comunità che, proprio in territori così ricchi di memoria, hanno scelto di articolare il loro presente. Un esperimento collettivo nato dall’idea di cinque istituzioni culturali afferenti a quattro Paesi europei (Grecia, Italia, Serbia e Spagna), che coinvolge ben tredici partner di undici Nazioni, e di cui l’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo in Sardegna è capofila.

    Emerge così la capacità progettuale e di networking internazionale che l’Associazione Enti Locali mette a disposizione per la crescita culturale delle comunità, a fianco delle amministrazioni locali, contribuendo ad arricchire le politiche di sviluppo economico-sociale dei territori. «Cabras entra nel novero delle cinque prestigiose tappe europee di questo progetto che lega tra loro l’arte della danza alla storia dei luoghi – commenta il Sindaco Andrea Abis –. Abbiamo un grande patrimonio di cultura locale e di tradizioni identitarie da custodire, un patrimonio archeologico imponente da tutelare e svelare. Mettiamo a disposizione la nostra ricchezza per condividere attraverso la danza le cinque diverse storie da cui proveniamo».

    A partire dalla prima settimana di aprile e fino a metà luglio, le comunità di Cabras e del Sinis saranno invitate a partecipare attivamente alla ideazione, progettazione e creazione di tre produzioni artistiche messe in scena da tre gruppi internazionali di danza: la compagnia svedese IlDance, quella polacca Polish Dance Theatre e una co-produzione italiana che vede insieme il Gruppo E-Motion, ASMED Balletto di Sardegna e la Compagnia Danza Estemporada. I danzatori, grazie a un ciclo di tre workshop spalmati fino al mese di luglio e dalla durata di tre giorni ciascuno, avranno modo di visitare e studiare nel dettaglio lo spazio archeologico di Tharros, gestito dalla Fondazione Mont’e Prama, e raffrontarsi col tessuto sociale dei territori in un proficuo scambio dialettico tra scuole, associazioni, artigiani, famiglie e altre realtà che abitualmente non fruiscono del sito.

    «Ogni forma d’arte è preziosa nella costruzione di un percorso in grado di portare alla crescita socio-culturale-economica del nostro territorio – afferma Antony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama –. L’integrazione europea passa anche dalla commistione fra tradizioni ed esperienze, oltre che dalla conoscenza dei rispettivi territori e dei siti culturali. È per questo che Dancing Histor(y)ies,e i workshop che anticiperanno le esibizioni degli artisti, incontrano da subito il sostegno e il favore della nostra Fondazione».

    La narrazione dei luoghi, dei riti e dei simboli che animeranno la comunità di Cabras saranno dunque al centro del primo dei tre workshop che, da domenica 7 a martedì 9 aprile, vedranno coinvolti nelle pratiche anche le donne e gli uomini della suggestiva Corsa degli Scalzi, tra cui is curridoris coi loro voti centenari e is cantadores coi loro suoni misteriosi e arcaici. Storie e fascinazioni senza tempo per tornare in connessione con lo spirito dei luoghi e la Natura, coinvolgendo le compagnie di artisti e gli stessi abitanti nella fruizione, valorizzazione, restituzione etica e morale del ricchissimo patrimonio archeologico oristanese. L’appuntamento per il secondo workshop del Festival è fissato per il mese di maggio, mentre il terzo e ultimo laboratorio sarà realizzato in continuità con una settimana di residenza artistica e coinciderà con l’inaugurazione vera e propria della manifestazione. Durante la settimana di residenza, i danzatori saranno impegnati nelle prove degli spettacoli e lavoreranno fianco a fianco con le comunità del territorio e i gestori del sito per la preparazione del calendario degli appuntamenti del Festival e dell’Off Festival con una ricca serie di attività collaterali finalizzate alla promozione attiva del patrimonio storico.

    È dunque a partire da questo nucleo di azioni collettive, incentrate sul connubio tra creatività e danza, che Dancing Histor(y)ies Festival intende individuare un modello innovativo di valorizzazione dei siti storici, replicabile in tutta Europa. Un modello comune di linee guida adattabili ai singoli Paesi, capace di combinare il patrimonio culturale dei luoghi archeologici con quello immateriale delle comunità residenti. Un esperimento che trova spazio per la prima volta in Sardegna e che, tra maggio e settembre, andrà in scena in altri quattro importantissimi siti europei: Ostia Antica, teatro di Merida in Spagna, il sito archeologico di Viminacium in Serbia e gli scavi archeologici di Volos in Grecia. Al termine del progetto, previsto nel marzo del 2026, l’insieme delle buone pratiche e l’esito dei risultati raggiunti contribuiranno alla realizzazione di un sistema di conoscenze condiviso a livello europeo, creando un sorprendente effetto moltiplicatore che i singoli Stati non avrebbero mai potuto raggiungere a livello nazionale.

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