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CAGLIARI, INCUBO SENZA FINE. GIULINI CONFERMA RANIERI

Un momento della gara tra Cagliari e Lazio

È un tunnel di cui non si vede la fine. Una sequenza impressionante di risultati negativi. Di numeri e statistiche che, al momento, portano dritti a un solo risultato: la Serie B. Ci si aggrappa alle 14 partite rimanenti, alla speranza che ci sia una scossa. Ma i giorni passano, le giornate di campionato pure, e la squadra non dà l’impressione di poter cambiare passo. Cinque punti nelle ultime nove partite sono la fotografia di un momento che definire negativo è un eufemismo. 

Contro la Lazio, il Cagliari scende in campo con un guardingo 3-4-2-1. Nuovo modulo, nuovi protagonisti in campo. E le poche certezze di questa squadra svaniscono del tutto. L’obiettivo sarebbe quello di attendere gli avversari e di ripartire, ma i risultati non sono quelli sperati. La difesa, inedita per l’occasione, balla come accade da ormai quattro partite (12 i gol subiti). I due centrali di centrocampo offrono una prestazione insufficiente tra scarsa verve agonistica, disattenzioni ed errori. La Lazio colleziona due palle gol sventate da Scuffet prima del rocambolesco autogol di Deiola al culmine di un’azione in cui bucano l’intervento lo stesso estremo difensore rossoblù e Azzi. Il colpo di testa di Lapadula respinto da Provedel, peraltro arrivato dopo una grande occasione di Luis Alberto, è decisamente poca cosa per poter dire che il Cagliari abbia affrontato il primo tempo col giusto atteggiamento. 

Il cambio modulo al ritorno in campo dopo l’intervallo è il solito mea culpa di Ranieri che prova a rimediare agli errori iniziali. Ma il più spregiudicato 4-2-3-1 (Luvumbo in campo), oltre a creare alcuni pericoli dalle parti di Provedel, lascia campo alla Lazio che può affondare i suoi colpi. Il 200° gol in A di Immobile sembra chiudere la contesa, il gran tiro a giro di Gaetano (il migliore dei rossoblù) illude i sardi di poterla riaprire. Il Cagliari sembra risvegliarsi, si proietta in avanti e crea alcune nitide palle-gol (una su tutte quella di Gaetano che impegna Provedel) ma proprio in questa fase di gioco sono evidenti i limiti della squadra di Ranieri quando c’è da attaccare senza sbilanciarsi e prestare il fianco agli avversari. La Lazio va infatti più volte vicina al terzo gol fino al contropiede di Castellanos, Vecino e Felipe Anderson che fissa il punteggio sull’1-3.

In conferenza stampa il Presidente Giulini, al ritorno ai microfoni dopo il caldo post-partita di Venezia-Cagliari che costò la retrocessione, tra le tante dichiarazioni lancia alcune “bombe” che deflagrano nel pianeta rossoblù.

Prima la conferma di Ranieri: «La nostra fiducia nel tecnico e nel suo gruppo di lavoro è totale: nessuno meglio di lui può aiutarci ad uscire da questa situazione. Non c’è il minimo dubbio su questo e non tornerò sul tema in futuro: Ranieri non è e non sarà in discussione, perché è l’unico – assieme a questo spogliatoio – in grado di portarci alla salvezza cambiando cambiando l’attuale inerzia».

Poi una critica ad alcuni elementi della rosa, con un’assoluzione: «Buona parte degli innesti estivi e alcuni giocatori già presenti lo scorso anno non stanno rendendo all’altezza delle aspettative. Solo 4-5 elementi stanno confermando le attese, uno di questi è Scuffet».

C’è anche spazio per una considerazione sullo stato d’animo dei calciatori: «Più di altre volte oggi ho visto paura in campo, timore nei confronti dell’avversario. Questo ha portato qualche calciatore a sbagliare cose semplici e a commettere errori frutto di scarsa lucidità. Durante la settimana è giusto vivere con la paura di retrocedere, questo ci deve essere da stimolo. Ma la paura non dev’essere mai portata in campo. Bisogna entrare convinti che ce la faremo, mettere in campo gli attributi e giocare da uomini».

Non manca un ringraziamento a chi supporta la squadra (a fine partita la curva Nord ha applaudito e incitato i rossoblù, ndr): «L’ambiente ci sta supportando, ogni componente ci soffia alle spalle, ringrazio i tifosi e anche la stampa. C’è un popolo compatto che spinge questa squadra, a maggior ragione bisogna entrare in campo da professionisti, per arrivare a gioire come abbiamo fatto lo scorso giugno».

Infine, sul futuro e sull’eventuale cessione della società: «Se la volontà è quella di avere a Cagliari una proprietà straniera multimilionaria come quasi metà della Serie A, che spende decine di milioni di euro a ogni sessione di calciomercato, questo non sono io. Se un domani dovesse arrivare qualcuno serio in grado di portare e creare qualcosa di sostenibile per il Cagliari nel corso degli anni, sarò a disposizione per parlarne».

Nella giornata di domenica alcune testate hanno rivelato un retroscena sulle ore successive a Cagliari-Lazio. «Ragazzi, sono pronto a farmi da parte se il problema sono io», questo avrebbe detto Ranieri ai suoi, nell’intento di assumersi le proprie responsabilità di fronte alla squadra. E la squadra ha risposto un secco “no” decidendo di andare avanti, compatta, col Mister del Testaccio.

Tecnico blindato da presidente e giocatori, dunque, in attesa della prossima, delicatissima sfida salvezza. Appuntamento alle 15 di domenica 18 febbraio: la partita di Udine ci dirà se in settimana è arrivata la tanto attesa scossa.

Luca Pes

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