La Legge di iniziativa popolare “Io Coltivo” che +Europa promuove insieme all’associazione Meglio Legale può essere sottoscritta sul sito iocoltivo.org tramite firma digitale.
Sono oltre 6 milioni gli italiani che fanno uso di cannabis: questa proposta di legge mira alla creazione di un sistema di regole precise per garantire che il consumo avvenga “in modo legale e sicuro per tutti”.
La proposta prevede la coltivazione domestica fino a un massimo 4 piante, la possibilità di detenere fino a 25 grammi e la nascita dei cannabis social club, Associazioni senza scopo di lucro, nonché luoghi di ritrovo, in cui la cannabis viene coltivata e condivisa. Prevista anche la rimozione delle sanzioni amministrative per chi consuma o detiene per uso personale la cannabis, a condizione che avvenga nel rispetto della normativa introdotta con la proposta.
Nicola Carboni. portavoce del Gruppo Più Europa Cagliari, afferma: “Due anni fa seicentomila cittadini hanno firmato la proposta di referendum che consentiva di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative per l’uso della cannabis. La Corte Costituzionale con una motivazione discutibile ha dichiarato il referendum inammissibile sottraendo ai cittadini la possibilità di esprimersi. Oggi occorre riportare in Parlamento il tema di una regolamentazione della coltivazione domestica e dell’uso personale della cannabis, per questo è importante sottoscrivere la Legge di iniziativa popolare con la stessa partecipazione che ha accompagnato due anni fa la sottoscrizione on line della proposta referendaria”.
“Altri paesi europei, come la Germania – spiega Nicola Carboni – stanno superando il proibizionismo, decriminalizzando la coltivazione per uso personale e legalizzando la cannabis. L’Italia rischia di restare indietro anche rispetto a una politica di buon governo che è realtà in buona parte degli Stati americani, oltre che in Canada e in Messico. Legalizzare la cannabis vuol dire colpire la mafia e il narcotraffico, sfoltire il sistema giudiziario italiano oggi intasato da procedimenti per reati minori, oltre che contrastare il sovraffollamento carcerario”.