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Cagliari, a Salerno un pareggio dal retrogusto amaro

Un momento della gara tra Salernitana e Cagliari

Rammarico per i due punti persi, ma anche uno sguardo più sereno verso il futuro dopo la prestazione dell’Arechi. È stato un triplice fischio dal sapore agrodolce, dunque, dopo aver accarezzato per qualche minuto il sogno di portare a casa i tre punti. Era una sfida salvezza, l’avversario era di un altro livello rispetto ai tanti, di alto rango, già incontrati nel corso di questo campionato. Ma la gara contro la Salernitana ci restituisce un Cagliari sul pezzo, più consapevole dei propri mezzi e soprattutto in grado di buttarla dentro. Due gol su azione nel giro di dieci minuti sono tanta roba per una squadra che fin qui ha mostrato grossi limiti in fase offensiva e prima della gara di Salerno aveva segnato soltanto tre gol in otto gare, di cui uno su rigore.

Ranieri sorprende tutti, stravolgendo letteralmente la squadra rossoblù. Non più il 3-5-2 ma un 4-3-2-1 con Scuffet ancora tra i pali, Nandez esterno basso, il redivivo Goldaniga nel cuore della difesa, Deiola a centrocampo. Ma soprattutto in avanti Ranieri decide di cambiare registro, schierando Mancosu e Oristanio dietro Luvumbo, nel tentativo di non dare punti di riferimento alla difesa avversaria. Tentativo ben riuscito, visto che il Cagliari nel primo tempo va vicino al bersaglio grosso in due occasioni con Luvumbo (a cui viene annullato anche un gol per fuorigioco) e Prati che si fanno ipnotizzare da Costil, estremo difensore francese schierato in campo da Filippo Inzaghi al posto di Ochoa.

Nella ripresa il Mister romano è costretto a lasciare negli spogliatoi Nandez e Mancosu e inserisce Zappa e Viola. E proprio il centrocampista numero 10, schierato come vertice alto del rombo di centrocampo, si rivelerà protagonista assoluto del match nel bene e nel male. Una partita che nel secondo tempo non regala grandi emozioni fino al 79’, minuto in cui Viola recupera palla consentendo a Jankto di involarsi verso l’area avversaria per poi servire Luvumbo che infila Costil. Da quel momento in poi, accade di tutto. Prima Dia segna il gol del pari, poi ancora Viola, servito splendidamente da Shomurodov, stacca di testa per l’1-2 rossoblù. È il minuto 87’, la vittoria è a un passo. Ma al 91’ accade quel che non ti aspetti (e non ti auguri): il VAR ferma il gioco, le immagini evidenziano che Viola, alle spalle di Legowski, colpisce la sfera con la mano aperta. È corretta la decisione di richiamare Chiffi al monitor, ma il direttore di gara ha bisogno di un’osservazione prolungata delle immagini prima di assegnare il rigore. Un’ingenuità da parte di Viola, seppur involontaria, visto che il numero 10 non può vedere il pallone, che costa molto cara al Cagliari, che si vede raggiunto ancora una volta dagli amaranto grazie a Dia che al 95’ calcia un rigore impeccabile all’angolino alto.

Grande il rammarico di Nereo Bonato nel post partita (Ranieri e la squadra non hanno rilasciato dichiarazioni). Il DS ha infatti ricordato che «in un incontro con Rocchi, gli arbitri, i dirigenti e gli allenatori, era stato detto che questi tipi di episodi, per dinamica e situazione di gioco, non sono punibili con un rigore», per poi sottolineare che «questi rigori possono indirizzare le partite e l’intero campionato di una squadra».

Il Presidente Giulini ha invece affidato il suo sfogo al profilo ufficiale X: «La tecnologia o la si usa in modo democratico o siamo punto e a capo. Guardatelo al VAR e ditemi se è rigore o no…». Una protesta corredata da una breve clip: il numero uno del sodalizio di via Mameli fa infatti riferimento a un episodio avvenuto in area della Salernitana al 54’, nel momento in cui Coulibaly interviene sul pallone ma colpisce anche il piede di Prati, non levandolo immediatamente ma prolungando il contatto col regista del Cagliari. Intervento del VAR? In questa circostanza, nemmeno a parlarne. Un episodio che non fa che alimentare le polemiche in casa rossoblù.


Tornando al match, la prestazione del Cagliari non è affatto dispiaciuta. Molto bene Nandez nel ruolo di esterno basso, il solito Dossena sicuro al centro della difesa. Buona prova dei tre di centrocampo e, manco a dirlo, del solito Luvumbo che, oltre al gol, mette scompiglio nella difesa avversaria. Bene anche i subentrati Viola (peccato per il finale!), Jankto (autore del servizio per Luvumbo) e Shomurodov, finalmente protagonista con un bell’assist. Male invece Obert, che col suo mancato intervento regala il gol del pari alla Salernitana.

Insomma, ci sono i presupposti per ripartire. All’orizzonte due sfide da quasi “dentro o fuori” contro Frosinone (domenica, ore 12.30) e Genoa, entrambe alla Unipol Domus. Non si può più sbagliare: i punti in palio valgono oro nella corsa verso l’obiettivo salvezza.

Luca Pes

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