“Dopo l’intervento dell’assessore regionale della Sanità, che ha rideterminato un ordine nella procedura volta a rinnovare gli impianti tecnologici garantendo l’assistenza, cresce lo sconcerto e la preoccupazione tra chi si affida alle cure radiologiche del “Businco” e non solo. E’ inaccettabile che si possa giocare con la vita delle persone, donne e uomini che effettuano un percorso terapeutico salva vita. La leggerezza con cui è stato affrontato questo percorso riorganizzativo e di adeguamento, senza un cronoprogramma dettagliato e alternative concrete, il fatto che sia stato reso esplicito con una circolare, apre la strada a contrastanti valutazioni. E’ naturale chiedersi il perché si sia arrivati fino a questo punto, ledendo a persone fragili anche il diritto a essere informate in modo corretto ed esaustivo”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, socia fondatrice di “Socialismo Diritti Riforme ODV” facendo osservare che “la storia del Businco degli ultimi anni è caratterizzata da una progressiva perdita di autorevolezza dell’Ospedale a causa di scelte che hanno favorito la fuga di molti specialisti e la sanità privata, in particolare il Mater Olbia”.
“Occorre mettere le cose in chiaro – aggiunge Caligaris – rendendo palesi quali sono le questioni irrisolte che soggiacciono a certe scelte e che cosa impedisce al più importante Nosocomio di alta specializzazione, con reparti all’avanguardia per la ricerca e la cura dei tumori femminili e del sangue, di vedere rispettati i tempi di cura e valorizzate le competenze. La radioterapia funziona a singhiozzo da anni. L’intervento dell’assessore Doria, con la convocazione dei diversi attori e responsabili, ha di certo ridimensionato il problema radioterapia ma resta una questione irrisolta. I e le pazienti hanno bisogno di sapere che le cure e le prestazioni da quando la patologia si manifesta fino alla guarigione, saranno garantite in tempi certi, in ogni Reparto. Oggi non è così. Hanno anche bisogno di sapere che chi ha incarichi dirigenziali deve avere piena consapevolezza di cosa parla e avere a cuore ogni attimo della vita e della qualità della vita della persona che si affida alle cure”.
“Insomma, aldilà degli interventi tesi a mitigare l’impatto del disagio collegato al rinnovo tecnologico – conclude l’esponente di SDR – resta lo sconcerto per la mancata programmazione di alternative concrete e per la diffusione di notizie che hanno creato preoccupazione e ansia tra chi sta affrontando uno dei momenti più delicati della propria esistenza”.