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    Tar Lazio, alunni con disabilità hanno diritto al docente di sostegno per tutto il tempo scuola. Elvira Serafini segretario generale dello Snals-Confsal ha commentato con noi la sentenza

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    Elvira Serafini è il segretario generale del sindacato scuola Snals-Confsal. La Serafini è stata eletta nel corso della riunione del Consiglio Nazionale dello SNALS-CONFSAL, convocato a Fiuggi nei giorni 8 e 9 maggio 2017 e riconfermata nella carica nei successivi congressi. È in carica dunque da quasi sei anni. È la prima donna ad assumere il ruolo di segretario generale nel sindacato autonomo più rappresentativo del comparto scuola. Per molti anni è stata, e lo è ancora, Segretario Snals-Confsal della provincia di Taranto.

    A Lei abbiamo posto alcune domande sulla recente sentenza del TAR del Lazio che sancisce il diritto dell’alunno diversamente abile ad avere il sostegno per tutte le ore settimanali.

    Qual è il suo parere sulla sentenza del TAR del Lazio a proposito delle attività di sostegno?

    La sentenza del TAR del Lazio rappresenta una svolta nella storia dei diritti degli alunni in condizione di disabilità. Il sostegno non può essere utilizzato per interventi didattici frammentati e discontinui. Le attività didattiche dei docenti di sostegno devono coprire tutte le discipline e le materie di studio. In caso contrario viene meno la logica dell’inclusione che non ammette differenze nei percorsi di studio e richiede la presenza costante di un docente specializzato che accompagni l’alunno in difficoltà e lo motivi costantemente.

    Capita spesso che i dirigenti scolastici non possano assegnare le ore dì sostegno stabilite dalla diagnosi funzionale per mancanza di docenti…un vecchio problema… come si può risolvere?

    Il problema si può risolvere incrementando i posti di sostegno. Lo Snals Confsal ha da sempre sostenuto che il sostegno sia un diritto assoluto dei ragazzi in condizione di disabilità. È venuto il momento che il Governo promuova l’effettivo esercizio del diritto all’apprendimento consolidando gli organici destinati ai posti di sostegno, eliminando la differenza tra organico di diritto ed organico di fatto. Ormai le esigenze degli alunni in condizione di disabilità sono consolidate e non hanno più ragione di essere considerate come straordinarie.

    Sono migliaia i docenti assegnati per le attività di sostegno ma spesso non possiedono il titolo di specializzazione e rischiano di causare danni non voluti agli alunni che seguono. Un grave problema che non si riesce a risolvere.

    Bisogna prevedere l’accesso ai percorsi di specializzazione per l’insegnamento su posti di sostegno a coloro che da anni già garantiscono il servizio di insegnamento su tale tipologia di posto.

    Si parla spesso di un piano di stabilizzazione dei docenti precari e quindi anche di coloro che sono su sostegno senza titolo. A che punto è lo stato dell’arte?

    Riteniamo che i problemi del reclutamento su sostegno possano essere risolti mettendo a regime le assunzioni in ruolo dalle graduatorie provinciali per le supplenze. Il sostegno non deve essere considerato un costo ma una risorsa per garantire l’inclusione e le pari opportunità. Va eliminata la spina della precarietà di tutti i docenti ed in particolare di quelli di sostegno. La sentenza del TAR del Lazio chiarisce definitivamente che per coloro che si trovano in condizione di disabilità occorrono soluzioni stabili e a regime, a partire dalla garanzia di un servizio di insegnamento che copra tutte le necessità dei percorsi formativi delle scuole.

    Che giudizio esprime sui primi mesi di governo per quanto riguarda la scuola?

    Ancora presto per esprimere un giudizio equilibrato. Abbiamo però la sensazione che il Ministero voglia intraprendere la strada di un rinnovato dialogo con le parti sociali.  Ci auguriamo che i mesi a venire confermino la nostra valutazione, a partire dalle questioni relative al reclutamento ed ai piani di dimensionamento delle scuole.

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