Il certificato europeo di filiazione è uno strumento necessario per tutelare la circolazione delle persone di minore età nei diversi paesi europei e per godere degli stessi diritti”.
La Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Carla Puligheddu fa appello alle sindache e ai sindaci di tutta la Sardegna per recepire l’invito dell’Unione Europea ad attivarsi affinché le pubbliche amministrazioni si adoperino per evitare qualsiasi forma di discriminazione che potrebbe scaturire a causa delle condizioni o delle scelte dei propri genitori in relazione alla loro nascita.
“Il certificato europeo di filiazione – afferma la Garante – è un tema divisivo se letto con ottiche puramente ideologiche. In realtà si tratta di un valido strumento per la tutela dei diritti delle persone di minore età che hanno il sacrosanto diritto di circolare nei diversi Paesi e godere pienamente di quella conclamata dimensione europea propria dell’epoca attuale. La stessa circolazione però deve essere garantita al diritto dei minori ad avere una famiglia, un’identità, e a non essere discriminati per le condizioni dei genitori o per la loro nascita. Né devono ricadere sui minori le conseguenze delle scelte sbagliate dei genitori”.
La Garante invita i primi cittadini dei 377 comuni sardi a prendere una posizione responsabile, chiara e trasparente: “L’ applicazione del certificato europeo in Italia, e dunque in Sardegna, è perfettamente compatibile con i diritti dell’infanzia. Occupiamoci, dunque, di tutti i bambini e le bambine presenti a qualsiasi titolo sul territorio regionale a prescindere dalle situazioni contingenti”.