Paolo Salis, ingegnere, 48 anni, è il sindaco di Arbus dal 22giugno 2022. Gli abbiamo chiesto a distanza di sei mesi dalla sua elezione nella lista “Impegno in Comune” di farci il punto della situazione e soprattutto quali siano gli obiettivi che l’Amministrazione Comunale intende raggiungere entro il quinquennio.
Sono trascorsi sei mesi dall’insediamento del Sindaco, della Giunta e del Consiglio Comunale. Qual è stato il suo approccio come sindaco nell’affrontare le problematiche riguardanti un comune con un territorio fra i più vasti d’Italia? Quali sono state le sue prime impressioni e qual è il bilancio dei primi mesi di amministrazione?
Dal primo giorno di insediamento abbiamo deciso di essere presenti con tutta la Giunta per lavorare su tutti quanti i fronti, il problema però che nel periodo del commissariamento che ci ha preceduto ha lasciato un sacco di strascichi. Questi strascichi sono legati all’aspetto economico, quindi al bilancio e al modo in cui normalmente un commissario gestisce un’amministrazione pubblica. La gestisce come fosse un’amministrazione e non una comunità di persone, e la differenza si è vista. Da subito abbiamo cercato di rincorrere tutti gli aspetti economici. Eravamo fortemente in ritardo con tutte le tempistiche, ma nonostante ciò siano riusciti a chiudere il bilancio e da ultimo l’assestamento. Abbiamo cercato contemporaneamente di seguire le nostre linee programmatiche con tutti i progetti della programmazione territoriale integrata partecipando a tutti quei bandi che potessero portare per gli anni successivi ulteriore progettazione su base triennale al nostro comune. Abbiamo programmato ciò che era possibile programmare nei primi sei mesi, quindi rincorrere un po’ tutto ciò che non è stato fatto.
Ci può ricordare quali sono i programmi e gli obiettivi da raggiungere nell’arco del quinquennio?
Abbiamo sempre detto anche in campagna elettorale una cosa, che forse mi appartiene come professionista, che non ci può essere da un punto di vista turistico del territorio se il territorio non è pronto per poter costruire lo sviluppo turistico e mi riferisco alle infrastrutture. Non può esserci un territorio a sviluppo economico che non abbia strade o che non abbia servizi, che non abbia fornitura di energia elettrica anche solo per le aziende che si trovano nell’agro e oltre a questo naturalmente anche una rete idrica decente che possa portare approvvigionamento così come la rete fognaria. Quindi da subito ci siamo
battuti per poter portare avanti ed assistere e accompagnare gli imprenditori verso un determinato percorso. A brevissimo si chiuderà la progettazione per “Funtanazza” e costituirà un importante segnale, un po’ come è stato per S’Ena, un po’ come è stato per “Le Dune”. Quando ero vicesindaco la presenza di Soru entrava in contrasto con i vari uffici della RAS. Essendo la sua figura abbastanza importante e in qualche modo dominante, gli chiesi di mettersi da parte per seguire un percorso partecipato tra la Sovrintendenza e i progettisti. Questo percorso ci ha permesso alla fine di arrivare ad un progetto che è stato condiviso dalla Sovrintendenza, che loro accettano integralmente. A brevissimo, completeranno la revisione della parte impiantistica perché è fondamentale in un progetto del genere, in modo che sottoposto al parere dell’Urbanistica passi in Conferenza dei servizi con tutti gli enti coinvolti, ma avendo già il benestare della sovrintendenza. Questo è importantissimo perché una struttura del genere si è bloccata proprio per quel motivo.
Arbus dal punto di vista del numero degli abitanti è in decremento costante dal 1961 in poi è passato a 10.152 abitanti del 1961 a 5.869 di oggi. Quali sono state secondo Lei le cause prevalenti?
E’ un problema che riguarda tanti comuni in Sardegna e non solo. Ad Arbus Il boom delle miniere ci aveva portato a credere che quella fosse la strada giusta dal punto di vista economico per il paese, in realtà non era così, nel senso che come tutte le cose ha avuto un inizio e la fine. Il problema è proprio la fine e gli strascichi che ha lasciato. Arbus in questo momento ha grandi potenzialità. Il nostro territorio secondo me potrebbe vivere di turismo, tutti ce ne riempiamo la bocca. Il problema però è un altro. Per fare questo occorre che cambi la mentalità. Vedere Arbus come il proprio territorio e non come quello che si può offrire agli altri secondo me è una limitazione. Dico sempre e l’ho detto anche per il progetto Eco Parco “Dune di Piscinas” che l’arburese non può continuare a pensare di fare il turista in casa propria, non lo fa più nessuno. Io prendo l’esempio dell’area di Siniscola e Posada. Loro vivono per il turismo. Loro cercano di concentrare e captare al meglio quelle che sono le risorse nel periodo estivo per poter poi vivere di rendita tutto l’anno. Cercano sempre di migliorare i loro servizi.
Arbus negli ultimi decenni è passato da un’economia agro-pastorale ad un’economia derivata dall’industria mineraria e, dopo la chiusura delle miniere, è un comune a vocazione turistica, considerati i suoi 47 chilometri di costa, ma il turismo finora non è decollato, quali sono le ragioni del mancato sviluppo e cosa intendete fare per favorire un’economia di tipo turistico?
A gennaio cominceremo la programmazione turistica. Uno dei primi passi che abbiamo fatto è stato quello di partecipare al bando per i grandi eventi identitari perché ogni manifestazione piccola o grande che sia può creare indotto e lo può creare ad esempio non solo dal punto religioso ma anche dal punto di vista turistico. Una cosa che manca nel nostro territorio è un’offerta turistica decente legata al pernottamento, per questo mi riferivo al progetto Funtanazza ma anche all’area della Costa Verde dove tanti posti letto non sono fruibili. Quello che stiamo cercando di fare è rendere le spiagge più fruibili…abbiamo ottenuto diversi finanziamenti per le aree SIC che abbiamo cercato di veicolare per l’accesso e la fruizione delle spiagge alle persone con disabilità, stiamo cercando di migliorare le aree di sosta e della viabilità. Abbiamo ottenuto l’ultimo finanziamento di 500,000 euro per Porto Palma per realizzare l’impianto fognario e il prossimo passo è puntare su “GUtturu Flumini” e così via, perché riteniamo che soltanto i servizi possano dare quella qualità in più alle nostre borgate marine per poi renderle nuovamente vivibili per quanto riguarda la percorribilità viaria e l’abbellimento in generale. Abbiamo altri finanziamenti che sono arrivati alla fase esecutiva e siamo nella fase di pubblicazione delle gare per le imprese, per eseguire gli asfalti per esempio a Torre dei Corsari che ormai è devastata da circa quattro anni. Poi stiamo puntando agli aspetti della promozione turistica e della filiera agroalimentare e zootecnica attraverso la compartecipazione ai bandi del GAL e attraverso la partecipazione ad altri bandi regionali che permetteranno di sviluppare anche
quell’aspetto anche perché Arbus non può vivere solo del turismo marino. Anche l’elemento archeologico è importante. Abbiamo ottenuto 100.000 euro per il sito nuragico di Cugu, un sito molto importante che pensiamo possa contribuire a favorire lo sviluppo del paese perché si trova a breve distanza da esso. Assieme al Museo del Coltello e qualche altra iniziativa cittadina potrebbero far aumentare i posti letto all’interno del paese con gli alberghi disponibili. Si tratta insomma di creare una sorta di sinergia per fare in
modo che la gente vada poi nelle marine e non che dalle marine debba venire nel paese
L’arredo urbano per un comune costituisce un po’ il biglietto da visita e rispecchia l’interessamento o meno di chi amministra…una Sua valutazione sull’arredo urbano del paese. Non siamo soddisfatti per come Arbus si presenta. La prima cosa che abbiamo fatto nei primi venti giorni dal nostro insediamento è stata quella di installare nuovi giochi nella Piazza Monumento ai Caduti. Si è ritenuto che famiglie e bambini avessero diritto una maggiore attenzione. Adesso installeremo un’altra parte di giochi che riguardano l’esercizio a corpo libero o all’aperto e servirà per cercare di intrattenere i ragazzi tra i 14 e 20 anni. Un modo diverso di approcciarsi alle piazze e di avere per esse un maggiore rispetto. Con la Tecno Service che gestisce lo smaltimento dei rifiuti ci sarà l’introduzione di uno spazzamento manuale all’interno del paese per dare un segnale anche alle persone, perché se oggi il paese è sporco non è perché si sporca da solo ma semplicemente perché noi tutti non prestiamo attenzione anche alle piccole cose, come il buttare per terra i mozziconi delle sigarette, a un gratta e vinci a una cartaccia da lasciare andare giù con semplicità, il risultato è che pezzo dopo pezzo tutti possiamo vedere l’imbruttimento delle vie principali ma anche secondarie del paese.
Spesso gli abitanti si chiedono come mai in certi tratti della strada principale del paese si vede il classico nastro rosso e bianco che indica uno stato di pericolo, magari per un balcone pericolante o per altre ragioni… Perché il nastro rimane a volte tanti giorni se non mesi impedendo di fatto il passaggio di tratti del marciapiede e creando disagio ai pedoni? Anche la Piazza dell’Immacolata ormai da un mese circa è transennata con il nastro… Non è certo un buon biglietto da visita per il paese…! Mi sembrano cose semplici da risolvere…
Sono semplici ma diventano difficili quando ci sono di mezzo i rapporti tra Amministrazione e privato cittadino. Perché noi facciamo l’intimazione con un’ordinanza per il ripristino dello stato dei luoghi. La difficoltà incontrata in via Libertà ad esempio era il nullaosta dell’ANAS per l’installazione del ponteggio che poi su mio interessamento è stato risolto con un braccio mobile su una piattaforma elevatrice che non ha necessitato l’installazione del ponteggio. Noi potremmo operare anche in un altro modo. Cioè facendo i lavori per poi fare la rivalsa sui privati. Ma ciò comporta difficoltà di altro tipo perché i costi da addebitare ai proprietari sarebbero più alti e non avrebbero interesse a farli soprattutto quando le abitazioni hanno
diversi proprietari. Sto cercando di stimolare la sensibilità degli uffici perché prestino maggiore attenzione al problema. Nel giro di una settimana penso si risolverà il problema nato in via Repubblica, mentre per la Piazza della chiesa di San Sebastiano preciso che l’unica competenza che deve garantire il comune è l’allaccio della corrente elettrica per l’orologio e non l’orologio stesso che appartiene alla parrocchia. Con la parrocchia abbiamo comunque raggiunto un accordo ed ora emetterò l’ordinanza per la messa in sicurezza.
Con un cestello elevatore su piattaforma rimuoveremo le parti dell’intonaco non coese del campanile e ripristineremo la cèntina dell’orologio con la custodia esterna che sarà in plexiglass, molto meno pericolosa in caso di caduta.
Quanto conta una buona ed efficiente viabilità che colleghi il paese con le marine?
Conta parecchio, conta soprattutto dal punto di vista della sicurezza non per la sua velocità nella percorrenza. La strada che dal paese porta a “Gutturu ‘e Flumini” è importante per le sue caratteristiche paesaggistiche, completamente immersa nel verde. Quando ero vicesindaco abbiamo cominciato ad intraprendere rapporti con la provincia in modo da stimolarli affinché spendessero i soldi per l’unica nostra strada che collega direttamente il paese con tutte le altre marine. Grazie alla nostra insistenza sono stati spesi 400.000 euro e sono stati messi a bando altri 500.000 euro e siamo già nella fase di affidamento alle
imprese per completare i lavori che sono già stati messi in opera sul tratto Montevecchio “Gutturu ‘e Flumini.” Nella prima fase è’ stato asportato il manto stradale danneggiato e hanno ricostruito il manto stradale. Io l’ho percorsa poco tempo fa e ho notato subito la migliore scorrevolezza e sicurezza. Questo ha fatto la differenza. Il commissario della provincia, nel caso non arrivassero i fondi del PNRR, ci ha garantito il suo interessamento per finanziarla nei prossimi anni, con una cifra tra i 400.000 e 800.000 euro, perché è
assurdo che un comune con tanti chilometri di costa non abbia una strada sicura per raggiungerla. Il prossimo intervento di 500.000 euro che dovrebbe concludersi entro l’estate 2023 riguarderà la messa in sicurezza della strada con l’allargamento dei ponticelli e una cartellonistica stradale adeguata. Insomma l’obiettivo è renderla fruibile e sicura.
Arbus ha un polmone verde costituito dalla pineta comunale. L’area interessata è molto deteriorata. Cosa intendete fare per renderla fruibile?
Sull’area della pineta abbiamo tre finanziamenti. Due li abbiamo recuperati dall’avanzo vincolato e stiamo già procedendo con la gara. Abbiamo già tutta la progettazione esecutiva. Intendiamo aprire un cantiere forestale con un’occupazione dalle sei alle otto persone. Ci hanno dato la possibilità di acquistare mezzi e utensili che per noi sono indispensabili, insomma tutto ciò che ci può servire per la pulizia e la sistemazione della pineta, per quanto riguarda la parte interna. Per quanto riguarda invece la sistemazione della strada
che porta alla pineta abbiamo chiesto un finanziamento all’assessorato ai lavori pubblici della RAS. Abbiamo un progetto sulla video sorveglianza e per questa ragione stiamo partecipando ad un bando della Prefettura di Cagliari. Il passo successivo sarà quello di rifare l’asfalto alla strada ed illuminarla.
Si può conciliare lo sviluppo economico-occupazionale con la tutela ambientale?
Si, lo si può fare nel senso che dobbiamo cercare di cambiare mentalità. Mentre prima tutto ciò che era vincolo e lo è tuttora veniva visto in maniera ostile. Faccio un esempio: “WWF OASI” in località “Scivu”, per la quale ci siamo trovati contro parecchia gente. In altri paesi invece hanno considerato un valore aggiunto l’avere nel proprio territorio un’oasi WWF, come ad esempio l’”Oasi di Monte Arcosu”, in territorio di Capoterra, dove i visitatori aumentano ogni anno ed è in continua crescita e di pari passo aumentano anche i servizi e l’occupazione. Avevano cominciato con semplice punto ristoro. Oggi le persone, soprattutto
quelle che vivono in città diventate caotiche hanno bisogno di momenti di relax e per questo spesso scelgono di visitare le oasi ambientali. In questo senso l’eco parco “Dune di Piscinas” potrebbe costituire un’offerta importante e creare anche occupazione.
A proposito dell’area dunale di “Piscinas” esistete un problema relativo alla strada che porta al sito. Bitumata da Ingurtosu a Naracaoli e sterrata e spesso disastrata fino a Piscinas. A parte il disagio a percorrerla in auto e i pericoli che si corrono, non crede che continuare a sistemare la strada con l’asfalto non sia più ecologico che lasciarla in terra stabilizzata che alle prime piogge regolarmente scompare con tanto sperpero di denaro e con danni, dovuti alla polvere, anche alla vegetazione circostante?
Secondo le autorità preposte al controllo della tutela ambientale la strada di Piscinas dovrebbe rimanere così com’è anche se noi abbiamo proposto delle soluzioni alternative come l’asfalto ecologico. C’è un problema anche di prezzo perché l’asfalto ecologico costa quattro volte di più dell’asfalto normale. Quindi per asfaltare quel tratto di strada non ci basterebbero 3 milioni di euro.
Ma è anche vero che lasciando la strada in quelle condizioni si spenderebbero comunque tanti soldi per ripristinarla tutte le volte…
Per sistemarla annualmente occorrerebbero dai 60.000 ai 70.000 euro.
Con il progetto “Eco parco Dune di Piscinas” i soldi introitati dovrebbero servire anche per la sistemazione periodica della strada. C’è da dire che oggi della strada è rimasto solo il fondo duro e quindi noi non possiamo che sistemarla aggiungendo terra. Inoltre le cunette erano state fatte in prospettiva dell’asfalto e quindi non adatte per una strada con terra stabilizzata. Abbiamo interloquito con la RAS per un finanziamento per cominciare ad asfaltare almeno i tratti più erosi e pericolosi della strada per una possibile prospettiva di asfaltarla tutta. Lo stesso dicasi per il guado del rio Piscinas.
Risposte da parte della Regione?
Per ora non ce ne sono…Purtroppo i tempi dell’amministrazione sono diversi da quelli che si aspetta generalmente il cittadino, però siamo fiduciosi.
Un altro problema che desta molta preoccupazione fra i cittadini e l’assistenza sanitaria di base. Ad Arbus più di mille cittadini sono senza medico di base e un altro migliaio usufruiscono di un medico incaricato per un anno. Anche il servizio di guardia medica funziona a singhiozzo…Cosa può fare in questo caso l’Amministrazione Comunale considerato che il problema di portata regionale e nazionale?
Il problema non è risolvibile a livello di singolo comune se ne stanno occupando la regione Sardegna e il governo nazionale, anche sotto una costante pressione da parte dei sindaci. Noi abbiamo chiesto all’ARES di favorire l’ingresso di medici che hanno conseguito la laurea all’estero in attesa che venga abolito il numero chiuso delle università per medicina. Se dovessimo aspettare il conseguimento della specializzazione dei nuovi medici passerebbero circa dieci anni e non ci possiamo permettere di aspettare tanto perché siamo in una situazione di emergenza. Dobbiamo ringraziare anche i medici di base che operano ad Arbus che hanno accettato di prendere in carico altri pazienti oltre il numero stabilito dalle
norme. La regione Sardegna è orientata verso una soluzione temporanea che consentirebbe comunque di garantire un medico 24 su 24 per le prescrizioni mediche e le visite specialistiche. Abbiamo proposto anche l’ambito territoriale unico (Arbus-Guspini-Gonnosfanadiga) che consentirebbe alla ASL, una volta terminate le procedure, di assegnare i medici nell’ambito e non nell’intera provincia. Le amministrazioni locali ed i sindaci sono molto preoccupati e si aspettano delle soluzioni a breve scadenze.
Premesso che le valutazioni di un’amministrazione le esprime la popolazione, se dovesse dare un voto al lavoro svolto nei primi mesi del mandato che voto darebbe da 1 a 10?
Considerato che la Giunta, a parte due componenti che hanno già avuto esperienze precedenti, è giovane, considerato il loro grande impegno darei un 9. Per quanto riguarda il mio operato, considerato che io sono per carattere molto autocritico e cerco sempre di migliorarmi, darei un 6,5. Mi pongo sempre in una situazione di ascolto nei confronti del cittadino e poi cerco di risolvere i problemi…se sono risolvibili. Se non sono risolvibili non ho difficoltà a dirlo chiaramente agli interlocutori.
Come sono i rapporti con la minoranza consiliare?
Direi buoni considerati i ruoli. IL compito di proporre e amministrare per la maggioranza e di proporre e controllare per la minoranza. C’è un buon rapporto dialettico.