A seguito dei recenti articoli di stampa che hanno evidenziato alcune criticità nel servizio di continuità assistenziale, in particolare su alcuni turni “scoperti” delle Guardie Mediche del Distretto Socio Sanitario di Sorgono, l’ASL n. 3 di Nuoro rilancia con l’utilizzo “sperimentale” dell’Infermiere di comunità.
Un progetto che nasce proprio al fine di sopperire alle ataviche carenze di medici di continuità assistenziale (con turni di guardia medica, specialmente nei piccoli centri montani, in evidente affanno), purtroppo comuni in tutta Italia e emerse prepotentemente in questi ultimi 2/3 anni.
L’avvio dell’Infermiere di Comunità è stato pensato e voluto dalla Direzione strategica aziendale dell’ASL n. 3 di Nuoro, che si è avvalsa del lavoro del Direttore del Servizio delle Professioni sanitarie, Alessandro Carrus: «Un ruolo preminente della nuova sanità di prossimità – spiega Carrus – lo avrà l’infermiere di comunità, figura innovativa e centrale nell’assistenza territoriale con una finalità chiara: migliorare la salute dei pazienti attraverso la presa in carico, vale a dire la conoscenza dei bisogni e delle condizioni del singolo, e l’aiuto nella gestione del percorso di cura per evitare riacutizzazioni di malattie croniche e ricoveri in ospedale. Oltre ad assicurare prestazioni di assistenza infermieristica secondo necessità (prelievi, medicazioni, rilevazione dei parametri vitali, terapie infusionali), svolge una funzione di supporto fondamentale in territori lontani dalle Case di comunità e caratterizzati da una presenza numerosa di persone anziane, per le quali le cronicità e l’aderenza alle terapie sono il principale problema di salute».
Di qui l’assoluta utilità di una figura di riferimento sul posto, integrata con le altre realtà sanitarie distrettuali, come spiega il Direttore Generale dell’ASL n. 3 di Nuoro, Paolo Cannas: «Da un punto di vista manageriale si tratta di una innovazione davvero importante, che ci permetterà di sperimentare, per la prima volta nel Nuorese un servizio coordinato nel territorio, capace di fare rete tra l’ospedale di comunità San Camillo di Sorgono, i Medici di Medicina Generale, e le altre realtà sanitarie distrettuali». «Il tutto – prosegue il manager dell’ASL di Nuoro – avrà il suo collante nella Telemedicina che, di fatto, viene avviata con questa sperimentazione: la Cardiologia del San Francesco, col supporto della direzione strategica aziendale, sta già procedendo nell’arruolamento dei pazienti con scompenso cardiaco».
Mai più soli, dunque, grazie a questo nuovo modello diffuso che la ASL sta avviando in un progetto condiviso con l’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Autonoma della Sardegna, che ha mostrato un’attenzione particolare per questo modello organizzativo.