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    Barumini, inaugurato l’Expo del turismo culturale in Sardegna: “I valori Unesco come volano di sviluppo territoriale”

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    I valori Unesco dei sti archeologici come volano per lo sviluppo del turismo culturale e, più in grande, come sostegno dei territori verso la loro crescita e come possibilità di spinta all’occupazione, in particolare quella giovanile. Il messaggio è stato lanciato dalla prima giornata dedicata all’Expo del Turismo culturale in Sardegna, che si è svolta venerdì 2 dicembre a Barumini, sempre più centro del turismo culturale in Sardegna. L’appuntamento, organizzato dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura con il Comune di Barumini, arrivato alla sua ottava edizione, sta riunendo nella cittadina della Marmilla, ancora una volta, tutti i 30 siti culturali gestiti a livello regionale, gli operatori del settore turistico, dell’artigianato artistico ed enogastronomico con la presenza di oltre 22 stand espositivi delle eccellenze sarde. Ma, ancora, l’evento sta permettendo lo scambio tra la domanda e l’offerta del settore grazie agli incontri tra i 15 tour operator nazionali e internazionali presenti e oltre 100 aziende del settore turistico e culturale della Sardegna.

    25 ANNI UNESCO. Trait d’union dell’intera manifestazione la festa dei 25 anni dal riconoscimento del sito di “Su Nuraxi di Barumini” nella World Heritage List dell’Unesco. Proprio Barumini si pone sempre più come modello di buone pratiche di gestione di un sito riconosciuto Patrimonio dell’Umanità in Sardegna e, grazie alla collaborazione di importanti associazioni ed Enti istituzionali, sta dando nuove opportunità per creare una rete che possa favorire nuove opportunità di crescita turistica ed economica. Proprio per l’occasione, le tavole rotonde organizzate durante la prima giornata hanno permesso di approfondire i temi sulla gestione dei siti Unesco grazie anche alla partecipazione dell’associazione La Sardegna Verso l’Unesco, con cui la Fondazione Barumini sta portando avanti una efficace strategia di collaborazione. 

    BARUMINI. “Il riconoscimento Unesco al sito di Su Nuraxi ci impegna costantemente in un’azione di tutela rigorosa del monumento e ci richiede di attivare servizi con elevati standard di qualità per la fruizione del sito ma ci ripaga sempre di più in termini di valorizzazione con un trend di crescita dei visitatori in grandissima espansione – sottolinea in apertura dei lavori il presidente della Fondazione Barumini sistema Cultura, Emanuele Lilliuse oggi il nostro sito si ritaglia un ruolo primario in Sardegna in tema di valorizzazione del patrimonio culturale, dobbiamo ringraziare sempre l’importante lavoro del professor Giovanni Lilliu”. Nel suo saluto agli ospiti della giornata, il sindaco di Barumini, Michele Zucca ha aggiunto: “la valorizzazione del sito Unesco Su Nuraxi ha permesso di riattivare risorse umane già presenti in loco e attrarre nuove iniziative imprenditoriali”. Il saluto della Fondazione è stato portato anche da parte dei componenti del Consiglio di amministrazione Gianluca Lioni, che ha sottolineato l’importanza dell’efficacia nella comunicazione in ambito culturale per la crescita dei siti e dei luoghi di cultura. Caterina Lilliu, componente del Cda della Fondazione ha ribadito l’importanza delle collaborazioni con l’Università degli studi di Cagliari nei lavori di scavo e quelli della Soprintendenza per il recupero dei reperti del sito di Su Nuraxi. Tonino Chironi, segretario generale della Fondazione ha sottolineato come il successo dell’Expo arrivi grazie al lavoro della Fondazione che sta raggiungendo obiettivi importanti di innovazione e competitività nel creare una domanda turistica che promuova le zone interne. Per Salvatore Bellisai, componente del Cda della Fondazione, infine la collegialità delle azioni della Fondazione stanno permettendo di raggiungere importanti obiettivi di valorizzazione culturale e di occupazione nel territorio.

    SINERGIE. Durante la giornata è stata messa in luce l’importanza delle sinergie per la creazione dei percorsi di valorizzazione dei territori. In questo percorso rientra il lavoro della Fondazione con la Direzione regionale dei Musei Sardegna, rappresentata all’appuntamento da Luana Toniolo e con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari e province di Oristano e Sud Sardegna, con la partecipazione della soprintendente Monica Stochino e Gianfranca Salis (responsabile per il territorio). Importanti le presenze della Fondazione di Sardegna, rappresentata ai lavori da Marianna Orrù, che sostiene Expo e la Fondazione e l’Associazione La Sardegna Verso l’Unesco. Importante la presenza di ospiti nazionali e internazionali che hanno raccontato le loro esperienze. Tra questi Macarena Bustamante, del dipartimento di Archeologia di Granada (Spagna) per il territorio di Merida (sito inserito nella lista Unesco) e Francesco Sirano, direttore del Parco archeologico di Ercolano, altro sito Unesco. Tra gli interventi anche quelli di Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico di Napoli (con cui Barumini ha una sinergia in corso) e i vertici del Comando dei Carabinieri per la tutela del Patrimonio culturale e Francesca Uberti della Fondazione Brescia Musei.

    ASSOCIAZIONE SARDEGNA VERSO L’UNESCO. Fondamentale nella prima giornata l’apporto dell’associazione Sardegna Verso l’Unesco cheta portando avanti la lotta per ‘inserimento dei nuraghi nella lista Unesco. Un percorso che si sta dipanando grazie anche alle tante collaborazioni che l’associazione sta attivando, compresa quella con Barumini. “Abbiamo un sogno: portare il nostro unicum, ovvero l’antica civiltà della Sardegna, verso il valore universale sancito dall’Unesco che è in grado di attribuire alle straordinarie identità come quella sarda un valore che va oltre il territorio e il popolo a cui appartiene – dice Pierpaolo Vargiu, presidente dell’associazione – grazie alle tante collaborazioni attivate siamo riusciti a entrare nella ‘tentative list’ ma sappiamo che nonostante il riconoscimento Unesco abbia straordinaria importanza, questo sarebbe solo il punto di partenza che deve trascinare l’elemento identitario universale a essere un punto di svolta per la nostra terra – conclude Vargiu – l’asset della nostra storia culturale può essere volano di economia sostenibile. Ha una forza che può dare occupazione, opportunità e novità nella nostra terra”.

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