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    Concorso per docenti: in Sardegna regna il caos a pochi giorni dalla prima campanella

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    La Scuola italiana è lo specchio del nostro Paese. Regna la totale confusione, e la Sardegna non fa eccezione, anzi. Un esempio pratico? Accade ancora oggi che dirigenti, a livello regionale, riescano a “perdere” documenti importanti (come fondamentali email di ricorso) creando situazioni di caos totale. Ma siamo in Italia e, come vedremo, tutto può accadere.

    Assurdo anche che il Governo indica un concorso ordinario per i docenti della Scuola Primaria e dell’Infanzia, lo faccia senza tener conto di quanti insegnanti manchino realmente. Si è bandito il numero dei posti senza tener conto che, anche e soprattutto in Sardegna, di insegnanti ne servono davvero tanti: sarebbe stato saggio che chi ha superato il concorso potesse accedere al cosiddetto ruolo, magari dopo anni, ma attraverso una graduatoria di merito.

    Graduatoria che oggi non c’è, ma che giustamente viene chiesta a gran voce dai docenti che quel concorso lo hanno superato. Non lo chiedono per egoismo o interessi personali, ma per far capire a chi ci governa che utilizzando quella graduatoria per le immissioni in ruolo si potrebbe risparmiare denaro pubblico.

    Ma quella che sotto gli occhi di tutti sarebbe la cosa più logica non lo è per i nostri politici. Perché? La richiesta arriva da conosce realmente il mondo della scuola, lo vive ogni giorno e sa perfettamente quanto ci voglia a bandire un concorso, farlo, stilare una graduatoria e proclamare i vincitori. Eppure, graduatoria e vincitori in Sardegna non si conoscono ancora, nonostante il concorso sia stato fatto in primavera e i posti messi a bando avrebbero dovuto essere occupati già da quest’anno.

    Ma si sa, siamo in Italia e siamo in Sardegna.

    La nostra Regione, infatti, rischia di avere il primato dei ritardi. Lunedì aprono le scuole e tutti gli Uffici Scolastici Provinciali hanno pubblicato le “graduatorie pulite”, così dicono, delle persone che hanno preso servizio a tempo indeterminato nel Ministero della Pubblica Istruzione, ossia coloro che hanno finalmente il posto fisso e non perderanno il contratto al termine delle lezioni.

    Andando però a vedere gli elenchi, al loro interno si possono trovare tante persone neo assunte: le graduatorie pubblicate sono ancora una volta sbagliate? Il rischio è che ora il famoso “algoritmo” assegni cattedre a chi è già a lavoro dal primo settembre. Lunedì in molte scuole – e per diversi giorni – non ci saranno quindi i docenti per accogliere i bambini.

    Insomma è chiaro che qualcuno non sta facendo bene il proprio lavoro, ma nella nostra nazione sembra quasi che venga premiato che non sa fare, piuttosto che chi sa lavorare. Eppure sarebbe bastato un semplice foglio Excel per depennare chi non doveva stare in queste graduatorie! A Cagliari si è raggiunto perfino il paradosso: è stato chiesto ai docenti di mandare una mail per essere depennati. Tutto ok quindi? Macché! Nonostante la collaborazione degli insegnanti che hanno inviato una mail all’Ufficio Scolastico Provinciale, quelle mail forse non sono state neanche aperte. Risultato? Lunedì sarà il caos, con centinaia di insegnanti che impugneranno le nomine e i sindacati che saranno chiamati a fare il lavoro di chi non è riuscito a farlo bene. I docenti, quindi, con ogni probabilità non sapranno prima del prossimo venerdì in quale istituto dovranno andare ad offrire le proprie prestazioni.

    Si sa, però, siamo in Italia e tutto può succedere. Ci sarà chi dirà “la colpa non è la nostra, ma dell’algoritmo”, ma ormai non ci crede più nessuno. È risaputo che un computer esegue i comandi che l’uomo impartisce alla macchina: davanti a questa evidenza bene farebbe qualcuno dei dirigenti regionali e provinciali della scuola sarda a lasciare la posizione di vertice, e far largo a chi riesce a far sì che i computer eseguano correttamente i comandi impartiti.

    Buona scuola a tutti.

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