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    Vigili del Fuoco a Sant’Antonio di Santadi, altro mistero di un’estate calda su tutti i fronti

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    Esattamente una settimana fa, più precisamente il 5 luglio scorso, la Protezione Civile regionale e i Vigili del Fuoco hanno ufficializzato la loro consueta collaborazione stagionale nel campo della lotta agli incendi boschivi.

    In tanti hanno evidenziato, soprattutto sui social, due particolari emersi dalle lunghe interviste rilasciate dai protagonisti. L’aumento del contributo regionale, passato in un anno da 600 mila a un milione e 400 mila euro, ovvero un incremento più che raddoppiato, e la stranezza di leggere tra i 7 distaccamenti stagionali da attivare il nome di due comuni limitrofi, anzi confinanti, ovvero Arbus e Terralba.

    Letta così, questa particolarità nella dislocazione stagionale delle basi potrebbe sembrare a prima vista un doppione, ma non per chi conosce la realtà di quella parte di Sardegna. Arbus, terzo comune in Sardegna per estensione, ha 27 mila ettari di territorio e quasi 50 km di costa. L’esigenza di poter contare su un distaccamento stagionale dei vigili del fuoco non è un capriccio o una bandierina da sventolare. È, o dovrebbe essere, una necessità del territorio che può salvare tante vite. L’importante di ogni scelta è che sia vantaggiosa per tutti i cittadini, per ogni contribuente, per l’intero territorio sardo. Tuttavia, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

    Solo 48 ore fa si è capito, infatti, che il distaccamento assegnato ad Arbus non è stato attivato nel centro abitato del paese o nelle ex frazioni minerarie di Ingurtosu e Montevecchio, ma nella frazione di Sant’Antonio di Santadi. Più precisamente all’interno dell’edificio delle ex scuole elementari, tuttora parzialmente inagibile, dove oggi esercita il medico di famiglia e dove è stata realizzata anche la biblioteca comunale. Questo particolare, e non altri, getta una luce diversa e sinistra sulla scelta effettuata. Non soltanto perché proprio in questo modo i distaccamenti stagionali dei Vigili del Fuoco di Arbus e Terralba, realizzati anch’essi a valere sul contributo da un milione e 400 mila euro della Regione, vengono a trovarsi inspiegabilmente a poco meno di 20 km l’uno dall’altro (passando per il ponte sullo stagno di Marceddì anche meno, non più di 15) ma soprattutto perché il distaccamento di Arbus si svuota di ogni utilità pratica e operativa per il territorio che dovrebbe servire.

    È questo che fa gridare allo scandalo. Posizionare un distaccamento stagionale dei Vigili del Fuoco ai margini estremi di un territorio da coprire, per di più a pochi chilometri di distanza da un ulteriore distaccamento estivo, è incomprensibile perché completamente privo di efficacia. Fu nel 2011 a metterlo per iscritto l’allora responsabile della Protezione Civile della Provincia del Medio Campidano in una sua relazione che in tanti conservano gelosamente. I sindaci del territorio chiesero alla struttura provinciale di protezione civile di verificare quale località posizionata ad ovest di Sanluri, ovvero dell’unico centro urbano del territorio che ospita un distaccamento permanente dei Vigili del Fuoco, fosse per logistica, centralità e accorciamento dei tempi di intervento la più indicata ad ospitare una eventuale base operativa della protezione civile o un distaccamento stagionale dei Vigili del Fuoco.

    L’esigenza era sentita nel territorio, si trattava di capire quale fosse la scelta migliore per poter garantire ad ogni cittadino un eguale standard di soccorso. La struttura provinciale, impegnata allora a redigere anche il proprio piano di protezione civile, effettuò una serie di prove, sopralluoghi e cronometraggi per verificare da quale postazione si potessero abbattere costi e, soprattutto, accorciare i tempi di intervento in modo da avvicinarli a quel limite di 20 minuti così cari proprio a Vigili del Fuoco da averci redatto un progetto nazionale sin dal 2004.

    Si scelse, tra le altre località, di testare Scivu, Montevecchio, Arbus e Sant’Antonio di Santadi. Dopo tutto il lavoro svolto nella relazione finale si decretò che solo la frazione di Montevecchio poteva rappresentare una località valida per ubicarvi un distaccamento di primo soccorso, soprattutto se estivo o stagionale. Questo perché batteva tutti gli altri presi in esame sia sul risparmio chilometrico medio a intervento, sia perché la sua baricentrica posizione sul territorio permetteva di abbassare di oltre un terzo i tempi medi di intervento necessari per le partenze dal distaccamento centrale di Sanluri. Scivu fu bocciata senza appello, troppo lontana dalle altre località, Sant’Antonio di Santadi idem.

    “Entrambe le postazioni ipotizzate di Scivu e di Sant‘Antonio di Santadi – si leggeva nella relazione- non garantiscono alcun abbattimento dei tempi medi di intervento perché posizionate agli estremi del territorio da servire, solo Montevecchio risulta utile a tale scopo”. Peraltro, andando indietro con i ricordi, Montevecchio nel luglio del 1983 fu totalmente evacuata a causa dei violenti incendi che rimangono ancora oggi nella memoria di tanti, ed è stata dislocata più volte  una base stagionale dei Vigili del Fuoco. 

    Perché spostarla? È forse cambiato qualcosa da allora? Siamo stati affascinati dalla domanda e abbiamo voluto indagare più a fondo. Curiosando, infatti, sull’albo pretorio online del Comune di Guspini la nostra attenzione si è soffermata su una recentissima deliberazione della giunta comunale di Guspini, la n. 116 del 01 luglio 2022. Con questo atto, infatti, l’amministrazione comunale concedeva al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che ne aveva fatto debita richiesta, un locale nella ex scuola elementare della frazione di Montevecchio per adibirla proprio a distaccamento stagionale antincendio. La richiesta dei Vigili del Fuoco, preceduta da un incontro tenutosi in data 13 maggio 2022, era stata inoltrata al comune di Guspini il 27 maggio 2022 e protocollata in entrata il 20 giugno 2022. Nella nota, firmata dal responsabile del comando dei Vigili del Fuoco di Cagliari Pannuti, oltre a chiedere la disponibilità dei locali comunali nell’ex frazione mineraria veniva avanzata la richiesta di poter disporre di tavoli, sedie e di un frigorifero per 5/8 persone. Istanza che il comune di Guspini, con propria determina n. 473 del 28 giugno 2022, faceva subito propria provvedendo anche all’acquisto di un nuovo frigorifero da destinare al nuovo distaccamento stagionale.

    Poi è cambiato qualcosa. Improvvisamente il distaccamento è stato spostato a Sant’Antonio di Santadi, ovvero a oltre 35 km e in posizione totalmente infelice per gli scopi del servizio. Perché è stato fatto? Perché non andava più bene Montevecchio la cui posizione baricentrica nel territorio è da sempre garanzia di interventi più celeri ed efficaci? Sono stati i Vigili del Fuoco a cambiare idea sull’ubicazione della postazione o qualcuno lo ha imposto o, quantomeno, caldamente raccomandato? Perché chiedere la disponibilità di locali, attrezzature e nuovi acquisti al Comune di Guspini a fine giugno per poi spostare la sede del distaccamento in pochissimo tempo, guarda caso a pochi giorni dalla conferenza stampa? Nessuno dà giustificazioni, le bocche restano cucite. Così come nulla si sa ufficialmente del servizio che verrà effettivamente garantito. Al momento sembrerebbe che la postazione chiude quotidianamente i battenti alle 18.30 per riaprire l’indomani mattina.  A quanto pare sarà un servizio h 12 e con i mezzi operativi che sosteranno inoperosi a Sant’Antonio di Santadi durante la notte.

    Abbiamo provato a chiedere lumi al sindaco di Guspini, Giuseppe De Fanti, che così ci ha risposto: “La presenza del presidio VVF a Montevecchio avrebbe dato maggiore serenità al territorio rispetto alla situazione climatica critica e alla grande massa di vegetazione che in questi ultimi anni si è prodotta nei boschi di quella zona. Storicamente il presidio è stato ospitato a Montevecchio per scelta strategica degli stessi Vigili del Fuoco. Anche quest’anno già dai primi di maggio il Comando provinciale di Cagliari aveva avviato le interlocuzioni con il Comune a dimostrazione che per loro quella era la cosa più opportuna. Lo spostamento mi è stato comunicato telefonicamente dal Comando verso le 17,00 del 5 luglio, dopo che la mattina ci era stato già confermata la presenza dei Vigili dalle prime ore del 6. Non ho chiesto spiegazioni in quanto, pur non capendo, rispetto le decisioni che arrivano dall’alto. Mi auguro solamente che ci sia una qualche motivazione logica a tutto ciò”.

    Dalle risposte del Sindaco di Guspini è evidente che ha subito ancora una volta una decisione presa dall’alto senza che potesse opporsi e così sono iniziati i post nei social e i comunicati delle associazioni che in breve tempo hanno fatto il giro del paese.

    Ci va giù pesante invece il consigliere Regionale di Guspini Rossella Pinna che ha presentato una interrogazione: “L’interrogazione ha lo scopo di capire quali ragioni hanno portato ad abbandonare il sito di Montevecchio che era già stato individuato come il più idoneo nel territorio preferendo invece Sant’Antonio di Santadi in comune di Arbus. Tale scelta appare irragionevole sotto molto aspetti, intanto perché a soli 20 km dal distaccamento di Terralba. perché non baricentrico ma periferico rispetto ai territori da raggiungere in caso di emergenza e non permette di diminuire i tempi di intervento. Solo Montevecchio lo è e lo sa bene chi si occupa seriamente di protezione civile . Non si mettono mai i presidi a un lato esterno del territorio che devi servire, è un controsenso che rende inutile quella postazione, uno spreco. Se succede qualcosa a Scivu, Capo Pecora, Ingurtosu o Piscinas si fa prima ad arrivare da Sanluri che da Santadi. Ma allora perché spendere soldi per qualcosa che non serve? Perché e per volontà di chi questo improvviso cambio di rotta, da Montevecchio a Sant’Antonio di Santadi? I Vigili del fuoco hanno interloquito col comune di Guspini fino al 5 luglio e il comune aveva predisposto tutto per consentire l’immediata operatività della sede di Montevecchio ma poi chi e perché ha dirottato sul piccolo borgo natio dell’Assessore Lampis? Hanno prevalso l’interesse pubblico e i principi di legalità, imparzialità e trasparenza che devono caratterizzare l’azione amministrativa come prevede la nostra Costituzione , oppure hanno prevalso interessi personali e di consenso elettorale?”.

    Sarà sicuramente un caso ma la coincidenza fa pensare. Peraltro controllando nel sito del comune di Arbus all’albo pretorio sembra non ci siano documenti ufficiali in cui il comune di Arbus si dica disposto ad accogliere il distaccamento estivo dei vigili del fuoco. Né alcuna presa d’atto del servizio attivato sul proprio territorio né tantomeno una delibera di assegnazione dei locali in comodato d’uso gratuito ai Vigili del Fuoco come ha invece fatto Guspini il primo giorno di luglio. Tuttavia, un dato di fatto è certo. Montevecchio era e resta la località più adatta per l’apertura di un distaccamento estivo. Lo dicono i dati, gli esperti del settore ma son solo.

    I primi a certificarlo sono stati proprio i Vigili del Fuoco che, non solo l’avevano già scelta come loro base stagionale negli anni passati, ma anche per l’annualità in corso avevano per tempo caldeggiato l’ipotesi per poi chiedere e ottenere dal Comune di Guspini la disponibilità di adeguati locali a Montevecchio, di attrezzature e di nuovi acquisti propedeutici all’apertura del loro presidio. Perché allora scegliere quest’altra località, tra l’altro distante pochissimi chilometri da un altro distaccamento estivo degli stessi Vigili del Fuoco? Era proprio necessario questo doppione?

    Chiederselo non è un reato né un esercizio fine a sé stesso. Si tratta di servizi pubblici attivati utilizzando soldi pubblici e che riguardano la nostra incolumità pubblica. Qualcuno deve dare risposte, deve rendere conto di questa scelta che sembra, ancora una volta, incomprensibile. 

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