Stroncato un canale di approvvigionamento di stupefacenti: sequestrati 750 chili di marijuana. I Carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’Elena e delle Stazioni dipendenti arrestano 4 persone di Sestu.
I Carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’Elena e delle Stazioni dipendenti, in collaborazione con quella di Monastir e dei carabinieri del NIPAAF di Sassari, nella giornata di ieri hanno tratto in arresto quattro persone di Sestu, ritenuti autori di coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente.
Da tempo le campagne di una vasta area di territorio compreso tra Sestu e Monastir erano oggetto di servizi di osservazione e di controllo da parte dei carabinieri che ritenevano potessero nascondere alcune serre adibite alla coltivazione di cannabis indica. Sono così iniziati ulteriori approfondimenti su alcune persone conosciute alle forze dell’ordine e sono stati intensificati i servizi di osservazione in varie fasce orarie. I Risultati di tali sforzi sono stati davvero apprezzabili, nella parte retrostante di un vastissimo appezzamento agricolo di Monastir, solo in parte destinato alla coltivazione di cannabis sativa (quindi consentita dalla normativa in vigore), sono state rinvenute delle serre accoglienti la coltivazione di centinaia di piante di cannabis indica (altezza circa 2 metri), mentre un locale attiguo è stato trasformato in laboratorio per l’essiccazione e lo stoccaggio con diverse centinaia di chilogrammi di sostanza, in parte già imbustata. Notevole la quantità di attrezzatura ritrovata all’interno di quello che può essere considerato un vero e proprio centro di produzione e di smistamento di sostanza stupefacente:
- 728 kg. circa di marijuana;
- 610 piante in essiccazione;
- 24 kg. di polline kief;
- Bidoni, presse, buste termosaldate.
Esaminata con attenzione anche la piantagione di cannabis sativa, le cui piante risultavano avere un livello di thc di gran lunga superiore a quello consentito, elemento che ha determinato il sequestro di circa 4.000 delle stesse. Al termine delle operazioni, le quattro persone sono state associate alla Casa Circondariale di Uta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria informata sui fatti.