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RIAPERTO IL BANDO PER RESTAURO E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E PAESAGGISTICO RURALE. DISPONIBILI ULTERIORI 8 MILIONI DI EURO

Sonostati riaperti i terminiper il Bando, promosso d’intesa con l’Unione Europea, per il recupero, il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale, promosso dall’Assessorato regionale alla Cultura che stanzia adesso ulteriori 8 milioni e 500 mila euro che risultavano ancora disponibili.

Le risorse complessive disponibili per il progetto ammontavano ad oltre 24 milioni di euro. Quelle già impegnate dopo la pubblicazione degli esiti delle prime120 domande accettate ammontano ad oltre 15 milioni. Risultano quindi ancora disponibili 8 milioni e 500 mila euro ed è per questo che l’Assessore Andrea Biancareddu ha deciso di riaprire i termini di scadenza del Bando per consentire di ampliare la platea di beneficiari.

“Sono fondi destinati questa volta ai privati, agli Enti di culto, a quelli del terzo settore, per rimettere in movimento quello che appartiene alla nostra cultura identitaria. Vogliamo ridare – sottolinea ancora Biancareddu – forza al paesaggio rurale che ha una storia materiale perché interveniamo direttamente sui nei, come stazzi, frantoi, mulini e chiese rupestri. Su tutto quello che ha un linguaggio, una storia antica. Un patrimonio irripetibile che deve essere tramandata che serve anche per il prolungamento della stagione turistica, perché questi beni, rimessi a nuovo, possono sicuramente essere una attrazione per i turisti.”

Il contributo concesso è di 150 mila euro massimo come forma di cofinanziamento. La domanda di finanziamento, completa della documentazione, dovrà pervenire, pena l’esclusione, a partire dal 4 luglio al 30 settembre.

L’avviso mira a dare impulso ad un vasto e sistematico processo di conservazione e valorizzazione di una articolata gamma di edifici storici rurali e di tutela del paesaggio rurale, in linea con gli obiettivi di tutela del patrimonio culturale e degli elementi caratteristici dei paesaggi rurali storici e di sostegno ai processi di sviluppo locale.

In totale sono 50 chiese campestri, 20 edifici rurali e fabbricati, 10 stazzi, 10 tra Cumbessias ( piccoli alloggi per pellegrini) e Furriadroxius (insediamento agropastorale monofamiliare), casali, un mulino, un frantoio, ed un portale.

Molti edifici rurali quindi, originariamente destinati a scopi abitativi (come casali e masserie), produttivi (case coloniche, stalle, mulini, frantoi), religiosi (chiese rurali, edicole votive), didattici (scuole rurali, masserie didattiche) e strutture agricole, hanno subito un progressivo processo di abbandono, degrado e alterazioni che ne ha compromesso le caratteristiche tipologiche e costruttive e il loro rapporto con gli spazi circostanti.

L’intervento mira a migliorare la qualità paesaggistica del territorio e l’implementazione di soluzioni innovative anche tecnologiche per migliorare l’accessibilità per persone con disabilità fisica e sensoriale. Inoltre, il recupero del patrimonio edilizio rurale, coniugato ad interventi per migliorarne l’efficienza energetica, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali, restituendo alla collettività e in molti casi all’uso pubblico, un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico.

Possono presentare domanda di finanziamento persone fisiche e soggetti privati profit e non profit, compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, enti del terzo settore e altre associazioni, fondazioni, cooperative, imprese in forma individuale o societaria, che siano proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili appartenenti al patrimonio culturale rurale.

Saranno ammissibili anche progetti che intervengano su beni del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà pubblica, dei quali i soggetti privati e del terzo settore abbiano la piena disponibilità, con titoli di godimento di durata pari almeno a 5 anni successivi alla conclusione amministrativa e contabile dell’operazione finanziata, mantenendo i vincoli di destinazione per analoga durata.

Per la presentazione delle domande i soggetti richiedenti dovranno utilizzare, a pena di esclusione, la modulistica  disponibile sul sito istituzionale della Regione Autonoma della Sardegna (www.regione.sardegna.it), rinvenibile nella sezione “bandi e gare” della Direzione Generale dei Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport.

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